"Speriamo davvero che il turismo non rientri in un gioco di spartizione tra le forze politiche dei ministeri ma che innanzitutto rimanga in un dicastero totalmente dedicato e che al suo capo sia messo un ministro che si dedichi a questo settore con passione e autentica voglia di rilanciarlo.
Il turismo merita finalmente una politica industriale seria e di lunga gittata". E' l'auspicio di Pier Ezhaya, recentemente riconfermato alla presidenza di Astoi Confindustria Viaggi in un'intervista all'ANSA alla chiusura della grande fiera riminese del TTG Travel Experience. Fiera che si è svolta assieme al Sia Hospitality Design e al Sun Expo. e che Ezhaya definisce "molto tonica, perfino meglio del 2019 con tante presenze e un ottimo clima".
"Speriamo che gli Stati Generali del turismo previsti a Chianciano per il 28 e 29 di ottobre - spiega - non siano una sfilata di sigle che chiedono qualcosa ma il primo mattone per una politica industriale sul turismo che vada al di là della durata del mandato di un singolo governo. Finora nonostante le nostra speranze questa politica industriale non c'è mai stata mentre l''Italia lo merita. Sta accadendo in altri Paesi che hanno dei masterplan molto robusti dai tradizionali Spagna e Francia ma anche Albania e Arabia Saudita che stanno investendo molte risorse sul turismo". E sottolinea: "C'è ancora molto da fare, non serve un piano correttivo ma proprio di costruzione per far diventare il turismo un'industria. E il fatto che siamo il Paese più bello del mondo, lo dico da tecnico e non da italiano, è un purtroppo un problema. Siamo così belli che pensiamo che i turisti vengano lo stesso sempre a vederci ma questo non basta. Serve dare servizi, consegnare un'esperienza ai clienti, bisogna capire che molti Paesi sono più attrezzati di noi e in molti casi dobbiamo giocare la partita nello stesso modo".
Sull'estate Ezhaya dice: "Gli addetti sono contenti per come è andata. Questo 2022 è stato finalmente di ripresa, anche se non ci riporta ancora al 2019. Registriamo ancora un effetto rimbalzo post Covid, la voglia di viaggiare, che è stata compressa per due anni, non è evaporata ed è confermata. Ma le persone cominciano fare i conti con le spese sia quelle personali (il caro bollette etc) e che quelle direttamente collegate alla vacanza. Sono aumentati come in altri settori produttivi i costi e quindi aerei, alberghi... Ancora non vediamo una frenata ma c'è un pochino più di attesa su Natale e Capodanno prima di prenotare, non c'è quella velocità dell'estate. Tra le incognite c'è chiaramente anche la guerra, c'è un po' di preoccupazione anche su quel fronte anche se per adesso non ci sono scenari disastrosi".
Per quanto riguarda le perdite avute durante la pandemia Ezhaya sottolinea: "Immaginando che nuovi contributi per le perdite del 2021 non arriveranno, aspettiamo ancora di ricevere i 39 milioni stanziati per il 2020, aspettiamo ancora l'erogazione, il decreto attuativo e l'approvazione dell'Europa".
Per quanto riguarda il suo secondo mandato alla guida di Astoi che associa oltre il 90% dei tour operator italiani Ezhaya ammette di essere molto contento: "Un'elezione la si fa sulla fiducia, una rielezione sulle cose fatte. Quindi se mi mi hanno riconfermato si è andati oltre la fiducia e si è valutato il mio operato. Speriamo di essere usciti dalla fase più critica e che si possa cominciare a lavorare sullo sviluppo del turismo.
Vorremmo essere parte del piano strategico per il turismo, essere parte della squadra che possa dare come esperti di settore il proprio contributo. Per quello che riguarda la nostra associazione ci sono due progetti mi stanno particolarmente a cuore: il primo è l'Osservatorio di Astoi con cui vorremmo mettere a fattore comune i numeri per avere uno spicchio di mercato abbastanza importante e solido per ricavare trend e letture. L'altro è lavorare molto sulla formazione. Il turismo - ammette - è un settore fortemente in evoluzione e dobbiamo intercettare nuovi comportamenti d'acquisto, nuovi bisogni e nuove tendenze. Serve che l'associazione aiuti i propri soci a leggere questi cambiamenti. Non possiamo restare fermi perché tutto va avanti in fretta e così rimarremmo indietro". (ANSA).