TORINO - La vita di corte con i grandi banchetti e le feste, i gioielli e gli splendidi abiti, i mobili intarsiati, le porcellane e le tappezzerie. Oltre settanta opere, esposte a Palazzo Madama a Torino, in un bellissimo allestimento nella sala del primo Senato d'Italia, permettono di conoscere da vicino Margherita di Savoia, prima regina d'Italia. La mostra, coordinata da Maria Paola Ruffino, aperta al pubblico dal 13 ottobre al 30 gennaio 2023, ricostruisce la sua straordinaria figura in rapporto al suo tempo e al suo popolo, il suo essere madre, icona di stile, paladina dell'arte e della cultura, benefattrice, donna interessata al nuovo.
Margherita di Savoia nasce Torino nel 1851, è figlia di Ferdinando di Savoia duca di Genova, eroe del Risorgimento e fratello del Re Vittorio Emanuele II. Sposa a sedici anni l'erede della corona, suo cugino Umberto, e sale sul trono il 9 gennaio 1878. A diciotto anni, nel 1869, dà alla luce l'erede, unico, di casa Savoia. Vittorio Emanuele nasce a Napoli, dove la coppia reale si è installata per rinsaldare il legame con il Mezzogiorno. Solo nel 1871, a seguito della presa di Roma, i Savoia si insediano nel Palazzo del Quirinale, lasciato spoglio dai Papi. La Regina ama la ricchezza dell'oro e i colori brillanti, affianca lo stile Louis XV a poltroncine capitonné, si circonda dei mobili intarsiati di Piffetti. Nella capitale Margherita è anima di una intensa vita di corte, fatta di balli, ricevimenti e pranzi di gala, ma non si risparmia di mostrarsi alle folle, elargisce sussidi e crea un salotto culturale. Regina tra due epoche, attraversa con gli italiani un tempo denso di cambiamenti politici, sociali e culturali. Dall'ingresso della mostra, con l'immagine della Regina che accoglie i visitatori, alla ricostruzione dei suoi ambienti e del suo gusto, Margherita emerge pienamente nella sua personalità, con il supporto di un filmato ideato e montato per la mostra, fotografie storiche e musica d'epoca. L'allestimento, progettato dall'architetto Loredana Iacopino, si sviluppa per nuclei narrativi, anticipati nelle sale del piano nobile da dieci splendidi abiti della collezione privata di Mara Bertoli - sezione curata da Massimiliano Capella - creazioni sartoriali che ripercorrono l'evoluzione dello stile dagli anni cinquanta dell'Ottocento alla metà del secondo decennio del Novecento.
Tra i pezzi - provenienti da importanti collezioni pubbliche - che più colpiscono l'attenzione c'è la scrivania Salvatore Coco in legno, argento, agate di Sicilia e velluto di seta, proveniente dal Museo d'Orsay che ha già manifestato l'intenzione di non darla più in prestito perché troppo fragile, ma anche la poltrona con schienale a medaglione e la culla di Vittorio Emanuele. Molto amate dalla regina le porcellane, tra le quali l'alzata per ostriche, in arrivo dalla Galleria degli Uffizi.