FIRENZE - Una grande struttura ellittica di undici metri sospesa a otto metri di altezza, che crea un effetto fatto di interferenze visive pensate per destabilizzare la rigida architettura di Palazzo Strozzi, mettendone in discussione la percezione di struttura stabile e immutabile. E' con questa installazione site specific che Olafur Eliasson si presenta a Palazzo Strozzi a Firenze per la più grande mostra mai realizzata in Italia a lui dedicata, in cui luci, schermi, specchi o filtri colorati dialogano con il palazzo rinascimentale. L'installazione 'Under the weather', posizionata nel grande cortile, è il punto di partenza della rassegna 'Nel tuo tempo' (22 settembre - 22 gennaio) che propone installazioni storiche e nuove produzioni dell'artista, considerato uno dei più originali e visionari contemporanei. Tra le opere in mostra 'How do we live together' (2019) costituita da un grande arco metallico che invade in diagonale lo spazio di una sala in cui il soffitto è rivestito da una superficie specchiante e l'installazione 'Solar compression' (2016), un disco circolare sospeso, specchiante su entrambi i lati, in costante movimento, emanando dal suo interno una luce gialla che inonda l'ambiente. La stessa luce è alla base dell'installazione 'Room for one colour' (1997) dove in uno spazio totalmente vuoto la percezione degli spettatori è alterata dall'immersione nella luce di lampade monofrequenza che trasforma tutti i colori in sfumature di grigio, giallo e nero. Nel percorso anche un'opera iconica della carriera di Eliasson, 'Beauty' (1993) che riproduce un arcobaleno grazie alla luce proiettata, rifratta e riflessa dalle gocce d'acqua in cui il pubblico può immergersi. La mostra si chiude nella Strozzina dove l'artista presenta una nuova opera che utilizza la realtà virtuale: indossando un visore il pubblico entra in un mondo digitale da esplorare. "Nel tuo tempo - spiega l'artista - è un incontro tra opere d'arte, visitatori e Palazzo Strozzi. Questo straordinario edificio rinascimentale ha viaggiato attraverso i secoli per accoglierci qui, ora, nel ventunesimo secolo, non come semplice contenitore ma come co-produttore della mostra". Arturo Galansino, direttore di Palazzo Strozzi e curatore della mostra, racconta che "nel 2015 Olafur visitò per la prima volta gli spazi di Palazzo Strozzi e rimase colpito dalla architettura rinascimentale, cominciando così una lunga conversazione tra lui e il palazzo quattrocentesco, un dialogo complesso il cui senso si riassume nella esposizione odierna".