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Matèi Vigniec aprirà il 36/o Todi Festival

(ANSA) - PERUGIA, 25 AGO - 'Il corpo della donna come campo di battaglia', di Matèi Vigniec, con la regia di Alessio Pizzech, aprirà sabato 27 agosto, la 36/a edizione di Todi Festival, al teatro Comunale della città umbra. Lo spettacolo, prodotto da Canlur e Todi Festival, andrà in scena in prima nazionale con Marinella Bargilli e Annalisa Canfora.
    "La cultura - ha detto durante la presentazione a Perugia il direttore artistico del Festival, Eugenio Guarducci - non può rimanere distratta da certi accadimenti che non solo la storia, ma anche la cronaca, ci presenta con tutta la sua triste e dura realtà. Il Todi Festival con questo debutto vuole denunciare con forza ciò che anche nelle recenti settimane si è verificato in Ucraina, con una guerra tuttora in corso che sta scomparendo dai titoli di apertura dei telegiornali".
    Due donne, una psicologa americana e una donna bosniaca vittima di uno stupro di guerra e, sullo sfondo, la guerra in Bosnia.
    Matei Vigniec, uno dei maggiori drammaturghi europei, racconta con intelligenza, poesia e acume gli effetti devastanti della guerra dove l'arma più feroce per distruggere gli individui e la collettività è spesso rappresentata proprio dalle violenze fisiche sulle donne. "Mi sento investito come uomo e come artista - ha spiegato il regista - di una responsabilità profonda che sempre vivo nell'allestire gli spettacoli: parlare agli uomini e alle donne del mio tempo e sentirmi mezzo per la costruzione di ponti. Nel caso di questa esperienza creativa tutto questo si rafforza ancora di più nella chiara prospettiva di toccare storie vere, fatte di carne e anima, storie di odio e di amore che si dipanano nel folle labirinto delle guerre".
    "Un anno fa - ha detto Annalisa Canfora - ho letto 'Il corpo della donna come campo di battaglia' e mi ha folgorata. È un testo poetico, visionario, storico e immaginifico".
    "Scoprire il testo di Vigniec - è il pensiero Marianella Bargilli affidato ad un messaggio - è stato un viaggio bellissimo, lo è e lo sarà perchè obbliga a una riflessione profonda sul femminile". (ANSA).
   

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