Lunedì 23 Dicembre 2024

Viaggio nel tempo ad Arignano, il Medioevo rivive alla Rocca

Viaggio nel tempo ad Arignano, il Medioevo rivive alla Rocca - © ANSA
Viaggio nel tempo ad Arignano, il Medioevo rivive alla Rocca - © ANSA
Viaggio nel tempo ad Arignano, il Medioevo rivive alla Rocca - © ANSA
Viaggio nel tempo ad Arignano, il Medioevo rivive alla Rocca - © ANSA

Il Medioevo rivive alla Rocca di Arignano, piccolo borgo a venti minuti da Torino. Nelle sale del castello, assediato da Federico Barbarossa e per mille anni abbandonato, tornano banchetti e danze. Luca Veronelli, manager che ha tra gli antenati l'enologo Luigi Veronelli e la moglie Elsa Panini, biologa e appassionata di cucina, con la supervisione della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, hanno restaurato il castello mantenendo intatto lo spirito medievale. Il cantiere, durato due anni e mezzo, ha permesso di restituire alla collettività un bene dismesso di grande valore storico, riportando alla luce le mura del primo insediamento e le prigioni. Oggi si fanno visite guidate, in una cucina medievale si apprendono ricette antiche, si mangia nella Locanda, si passeggia nel giardino dove si coltivano erbe sensoriali, si organizzano feste, matrimoni e congressi. Sotto l'imponente cedro dell'Himalaya si ascolta la leggenda del fantasma della dama e quella dell'alchimista Cagliostro che forse qui ha scoperto la formula per realizzare quella pietra filosofale capace di trasformare ogni metallo in oro e l'ha nascosta in un dedalo di tunnel sotterranei. La Rocca dal 1400 è rimasta dormiente. Tutti i sei livelli oggi sono collegati attraverso lo scalone elicoidale che arriva fino alla terrazza panoramica e consente di accedere alla sommità dell'unica torre ancora visibile. Cultura storica e cultura gastronomica convivono: la ristorazione si fa con i prodotti dell'orto, il vino arriva dalle cantine della zona. Non è un museo, ma all'ingresso, dove sarà allestita una mostra per raccontare com'era la rocca prima del recupero, accoglie i visitatori l'opera 'Soglia: a Eduardo Chillidà' dello scultore Arnaldo Pomodoro. 

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