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A Parigi per il bicentenario della nascita di Baudelaire

PARIGI - E' stata intensa e avventurosa la vita di Charles Pierre Baudelaire, poeta tormentato, estroso e irrequieto, nato il 9 aprile 1821 all'angolo tra boulevard Saint Germain e rue Hautefeuille, nel vivace quartiere Latino di Parigi. La sua casa al numero 13 oggi non esiste più ma lì vicino c'è ancora la chiesa di Saint-Sulpice, dove venne battezzato. Sono tanti i luoghi e gli scorci del quartiere Latino che sedussero l'autore di Les Fleurs du mal; li immortalò in tante sue liriche così come riuscì a trasmettere nelle sue pagine quell'atmosfera irrepetibilmente bohèmien che ancora oggi ritroviamo, ripercorrendo a piedi i luoghi dove visse. La sua infanzia fu segnata dalla morte del padre e dall'arrivo di un patrigno irreprensibile e severo, che costrinse la famiglia a trasferirsi a Lione. Qui il giovane Charles frequentò un collegio militare, da cui venne espulso per indisciplina; la rabbia verso la madre che si era risposata e la nostalgia di Parigi lo tormentarono a lungo. Tornò nella capitale dove frequentò prima il collegio gesuitico Louis le Grand, nel cuore del quartiere Latino, e poi il liceo a Ile Saint Louis, l'isola più piccola del corso parigino della Senna, di fronte alla cattedrale di Notre Dame. Prese la maturità e cominciò a sperperare tutti i soldi ereditati dal padre, vivendo in modo sregolato tra alcol, droghe e prostitute e acquistando mobili antichi e oggetti d'arte pregiati. La sua vita dissipata preoccupò la madre e il padre adottivo, che lo spinsero a viaggiare; Baudelaire scelse Paesi esotici come l'India e le Mauritius, ma ancora una volta la nostalgia per Parigi lo dilaniò. Tornò nella capitale nel 1842 e si trasferì al 10 di quai de Bethune, nell'hotel Lefebvre de la Malmaison, che oggi sorge al civico 22. Fu questa la sua prima casa parigina, la prima di una lunga lista che conterà circa una quarantina di indirizzi; dal 1843 al 1845 visse all'Hôtel Pimodan, che poi prese il nome di Lauzun, al numero 17 di quai d'Anjou, dove scrisse alcune delle poesie di Les Fleurs du Mal ed entrò a far parte del circolo letterario des Hashischins, dove faceva uso di droghe. Nell'hotel, che era frequentato anche da illustri personaggi del mondo letterario come Victor Hugo, Alexandre Dumas, Honoré de Balzac e Théophile Gautier, viveva al terzo piano in un piccolo appartamento dal soffitto molto alto, le cui finestre si affacciavano sulla Senna e da dove ammirava la chiesa di Saint-Paul-Saint-Louis, nel quartiere del Marais, e intravedeva la via di Sévigné, dove viveva sua madre. Il poeta si occupò dell'arredamento dell'abitazione con opere di artisti contemporanei, sempre con un gusto molto raffinato. Si trasferì poi al civico 25 di rue des Marais-du-Temple, oggi rue Albert Thomas, nel X arrondissement e, in seguito, al numero 11 di boulevard Bonne-Nouvelle. Fu questo il periodo più fecondo per la scrittura: Baudelaire si stava affermando come critico letterario e giornalista ed era conosciuto nei circoli letterari parigini come un dandy circondato da opere d'arte e libri e dedito a spese e lussi che non poteva permettersi. Il suo animo era sempre più tormentato e nel 1845 sopravvisse a due tentavi di suicidio; eppure la sua fama di autore e letterato continuava a crescere. In questo periodo cambiò spesso casa: dal 1856 al 1858, quando pubblicò il suo componimento più famoso, Les Fleurs du Mal, visse all'hôtel Voltaire, al 19 di quai Voltaire, sulla sponda della Senna davanti al Louvre; in seguito si trasferì nell'appartamento dell'attrice Jeanne Duval, sua amante e musa, al 22 di rue Beautreillis, non lontano da place des Voges. Dal 1859 al 1864 visse al quinto piano dell'Hôtel de Dieppe, al 22 di rue d'Amsterdam; la sua stanza aveva una vista panoramica sulla città e qui scrisse Les Paradis Artificiels, saggio dedicato agli effetti delle droghe. Negli ultimi dieci anni della sua vita Baudelaire si dedicò a terminare le sue opere, tra cui Le Spleen de Paris, e alla traduzione di grandi autori stranieri. Nel 1860 le sue condizioni fisiche peggiorarono anche per un altro tentato suicidio; viaggiò a Le Havre e poi a Bruxelles, dove venne colpito da un ictus. Trasferitosi a Parigi, morì nel 1867 e venne sepolto nel cimitero di Montparnasse nella tomba di famiglia e vicino ai più grandi artisti e scrittori.
    Sono tanti gli angoli e i luoghi che parlano ancora di Baudelaire: dalla Tour Eiffel a La Defense, dal Louvre a Montmartre; ma soprattutto la Senna, con la sua luce e la sua carica poetica. Durante la sua vita bohèmien amava frequentare taverne, brasserie e locali con amici intellettuali e artisti: dal Café de Bade, al 32 del Boulevard des Italiens, al Restaurant Pinson su rue de l'Ancienne Comédie; da Le café de Madrid su boulevard Montmartre 6 a La taverna Saint-Austin di rue d'Amsterdam 26, vicino all'albergo dove abitava. Amava anche l'atmosfera conviviale e popolare della Tour d'Argent, all'angolo di rue du Cardinal Lemoine, uno tra i ristoranti più antichi del mondo, oggi locale raffinato e prestigioso, famoso anche per la spettacolare vista panoramica sulla Senna e sulla cattedrale di Notre-Dame. Ma fu il quartiere Latino il luogo parigino preferito dal poeta: vivace, cosmopolita, pieno di locali, bar caffè e ristoranti. E' il quartiere dove era nato e dove oggi, nei giardini de Luxemburg, si trova un suo busto in pietra realizzato da Pierre Fix-Masseau: la statua rende omaggio al grande poeta che da bambino passeggiava con sua madre in questo parco, che è tra i più grandi di Parigi. Sul piedistallo del busto c'è una targa su cui è incisa l'ultima strofa della poesia Les Phares, pubblicata nella prima edizione del capolavori Les Fleurs du Mal.
    Oggi al 12 di rue Saussaies, non lontano dagli Champs Elysées, c'è anche il primo hotel letterario parigino, Le Pavillon des Lettres: 26 stanze, una per ogni lettera dell'alfabeto e ognuna dedicata a un autore classico; versi di una poesia o estratti di un testo, applicati con la tecnica dello stencil, arredano ogni stanza e in camera c'è sempre un libro dell'autore in versione tascabile, che i clienti possono tenere come souvenir. La camera dedicata a Baudelaire è una junior suite, mansardata e al sesto piano dell'hotel con una bellissima vista sui tetti di Parigi; la poesia scelta per decorarla è Le Crépuscule du Soir, tratta da Le Spleen de Paris.
    Per maggiori informazioni: it.france.fr/it (ANSA).
   

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