ROMA - Dino Pedriali raccontò di aver saputo dell' omicidio di Pier Paolo Pasolini dopo aver lavorato tutta la notte per portare allo scrittore e regista le foto che gli aveva scattato in quei giorni nella sua casa di Chia, nel viterbese, e in una sessione precedente a Sabaudia, sul litorale pontino. Immagini potenti in bianco e nero, come il celebre primo piano del volto, una mano appoggiata sul mento e lo sguardo intenso verso l' osservatore. Ancora più forti e suggestivi, i 15 scatti in cui il grande intellettuale è ritratto nudo come il modello di una statua dell' antichità.
Quelle 110 foto di Pedriali, che un un critico d' arte ha definito il Caravaggio della fotografia del Novecento, fanno parte della Collezione di Alda Fendi che ora le offre al pubblico nella mostra ''Ti impediranno di splendere. E tu splendi invece'' nella galleria Rhinoceros, nell' edificio in via dei Cerchi in cui ha sede la sua Fondazione, dal 6 giugno al 20 settembre. L' idea dell' omaggio a Pasolini, curato da Raffaele Curi, muove dal riferimento alla scomparsa delle lucciole collegata in un suo famoso articolo del 1975 al vuoto di potere carico di pericoli nell' Italia di quegli anni. Pasolini visto, quindi, come una luce piccola ma carica di energia, capace di scuotere con le sue provocazioni e le prese di posizione controcorrente la scena culturale del paese.
''Un nome forse troppo dimenticato quello di Pasolini - dice Alda Fendi - oggi in atmosfere plumbee e asettiche, sottilmente variegate di un'Italia che si arrende e partecipa ad un disamore epidemico ed irrisolto. Tutti vorremmo che Pasolini fosse ancora tra noi come castigatore virile e incandescente di un popolo ormai senza occasioni di riscatto, afflitto da un endemico 'non ritorno' ''. I visitatori, in gruppi di venti persone ogni trenta minuti con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria , entreranno nella mostra attraversando in una sala buia una notte costellata di lucciole. ''E' una lettura poetica - dice Curi, che ha realizzato l' installazione - di un Pasolini drammatico, in una dimensione quasi spiritica. Gli scatti di Dino Pedriali con un Pasolini fotografato la notte prima del più misterioso, politico omicidio (il più sibillino del secolo scorso) ritornano ogni volta in mente quando si parla del poeta scomodo, del politico scomodo, dello scandalo scomodo. Vorrei però pensare con questa mostra ad una semplice gioia infantile nel vedere le lucciole vagare nei campi. A un Pasolini 'lirico greco' ''. I nudi mai esposti prima del poeta sul letto, in piedi o seduto mentre legge un libro, tra la vegetazione, dice il curatore, rappresentano il nucleo più forte dell' esposizione. ''Sono le immagini di un uomo fortissimamente virile - osserva Curi -. Per essere omosessuali bisogna essere uomini due volte. La bellezza del suo corpo colpisce in modo profondo''. Il fotografo romano ha colto il grande intellettuale accanto alla macchina per scrivere, intento a correggere a mano i suoi fogli, scapigliato sul lago con il Circeo sullo sfondo.
Una sola foto ricorda poi l' omicidio all' Idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975. Non manca, ovviamente, la riproduzione della pagina del Corriere della Sera con "l'articolo delle lucciole".
Il sottofondo sonoro pesca dal film Edipo Re del 1967 ma è la voce di Pier Paolo Pasolini ad accompagnare lungo l' intero percorso. (ANSA).
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