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Il 15 novembre prima esposizione su Gillo Dorfles

TRIESTE - "Il segno rivelatore di Gillo". E' il titolo della mostra artistico-documentaria presentata alla Biblioteca statale Stelio Crise, ideata e curata da Marianna Accerboni, e che sarà inaugurata il pomeriggio di venerdì 15 novembre con una performance di luce e musica. La mostra, che è stata promossa dall'Associazione Culturale Gillo Dor?es di Milano, è la prima che è stata allestita dalla scomparsa dell' intellettuale e artista, avvenuta a Milano il 2 marzo 2018.
    In esposizione si trovano vari inediti, tra cui lettere autografe del '46 inviate da Letizia Fonda Savio, figlia di Svevo, e dalla sorella Dora al direttore de La Lettura in polemica con un articolo di Gillo; 5 lettere autografe uscite miracolosamente dai cassetti di casa Dorfles (e mai esposte né pubblicate) del pittore triestino Arturo Nathan a Gillo, datate 1928, '29 e '30, che invitava Dorfles a una critica "prudente" e, ancora, riviste come L'Italia Letteraria del 1930 con i primi articoli di critica di Gillo, riflessioni sulla moda austriaca, italiana e americana e i suoi libri, una trentina, quasi tutti in edizione originale.
    "E' un affondo - ha spiegato Accerboni - nel mondo più privato e personale di un temperamento riservato quale era quello di Dorfles". Giorgetta Dorfles, nipote di Gillo, ha ricordato la nascita recente dell'Associazione culturale che ha sede nell'abitazione / studio dell'intellettuale, che era nato a Trieste nel 1910. Tra gli inediti esposti ci saranno anche una ventina di disegni creati nella seconda metà degli anni '50 per i nipoti Piero e Giorgetta e spesso colorati con i bambini stessi, e un gioiello, pezzo unico in argento e oro da lui disegnato. Esposti anche i rari e preziosi bozzetti originali per tessuti (anni Trenta e Cinquanta), realizzati all'epoca da un'azienda comasca, da cui sono nati pure i decori per le tazzine di Illy e il manifesto per la Barcolana (anche questi in esposizione). In mostra saranno testimoniate pure le sue predilezioni in fatto di arte con opere importanti di Nathan, Leonor Fini, Getulio Alviani e altri, accompagnate dai testi critici che Dorfles aveva dedicato loro. Infine, i mosaici realizzati su suoi bozzettiße sotto la sua guida dalla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo. (ANSA).
   

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