PARMA - Due maestri del secondo Cinquecento emiliano, Jacopo Zanguidi detto il Bertoja (1540-1573) e Girolamo Mirola (1530/35-1570), sono protagonisti di una mostra in programma dal 6 aprile al 28 luglio al Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci a Fontanellato (Parma). I due artisti contribuirono, insieme a Correggio e Parmigianino, loro illustri predecessori, a fare del Cinquecento parmense uno dei capitoli più raffinati e significativi dell'arte di tutti i tempi.
L'esposizione, 'La Maniera Emiliana. Bertoja, Mirola, da Parma alle Corti d'Europa', vedrà per la prima volta riunite circa 70 opere, il nucleo pressoché completo dei lavori noti dei due artisti. Disegni, dipinti, progetti per i grandi affreschi, provenienti da raccolte prestigiose (Louvre, British Museum, Gabinetto dei Disegni degli Uffizi, Albertina di Vienna), cui si aggiungono alcune celebri opere provenienti dalla Galleria Nazionale di Parma.
La mostra - preludio delle iniziative culturali di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 - intende essere una rilettura della straordinaria civiltà pittorica che seguì il Rinascimento e che determinò una rivoluzione in fatto di iconografie, regole e consuetudini pittoriche in Emilia, nel Lazio, in Italia e nelle corti europee. I due artisti furono infatti al seguito dei Farnese: a Parma al servizio di Ottavio, per il quale affrescarono il Palazzo del Giardino (ducale) che affascinò Vasari. Bertoja poi fu ingaggiato dal Gran Cardinale Alessandro Farnese per la stesura dei celebri affreschi a Roma e a Caprarola. Questa importante pagina dell'ultima 'maniera' determinò significativi intrecci con artisti e committenti anche in Francia e altri paesi d'Oltralpe. Ma è nel disegno che gli artisti, soprattutto Bertoja, esprimono al meglio il loro talento. I numerosi disegni offrono un campionario di studi anatomici, figure sacre, profane e paesaggi: un universo sofisticato erede del migliore Rinascimento.
La mostra, a cura di Maria Cristina Chiusa, è accompagnata da un volume curato da Franco Maria Ricci, con i contributi dei membri del comitato scientifico diretto da Pierre Rosenberg, président d'honneur del Musée du Louvre.