ALESSIO ROMANO, D'AMORE E BACCALA' (EDT, pp.176, 8.90 Euro). Una rovinosa caduta dal tram 28 e la testa che batte sulla pietra delle vecchie strade di Alfama: inizia così D'amore e baccalà (EDT), il godibile romanzo di Alessio Romano, che è un vero e proprio atto d'amore nei confronti di Lisbona e delle sue particolari atmosfere, fatte di nostalgia e romanticismo. Al centro del libro c'è Alessio, alter ego dell'autore, che arriva a Lisbona per scrivere di cucina portoghese e qui conosce la bella e scontrosa Beatriz, di cui si innamora perdutamente. Mentre farà di tutto per ritrovare la ragazza che sembra sfuggirgli continuamente, il protagonista vivrà rocambolesche avventure andando a zonzo per la città, e incontrerà sulla propria strada tutto ciò che rende Lisbona un luogo unico al mondo. Con toni allegri e un linguaggio semplice, Romano costruisce una vicenda che nella sua linearità appare piena di spunti interessanti: la storia d'amore tra Alessio e Beatriz si inserisce in pagine che sembrano una perfetta guida di viaggio, con informazioni dettagliate su monumenti, ristoranti e curiosità che si possono trovare in città. Tra allucinazioni realistiche e verità che hanno il sapore del sogno, il libro scorre veloce e Lisbona appare di fronte agli occhi di chi legge: ecco i magnifici azulejos, l'oceano, le stradine del centro storico, le trattorie tipiche e i mercati, gli atelier dei tanti artisti che negli ultimi anni si sono trasferiti a Lisbona. E mentre rende omaggio alla voce struggente di Amália Rodrigues, la regina del Fado, l'autore non dimentica le personalità geniali legate al luogo: Pessoa prima di tutti, la cui statua, seduta al tavolino del caffè A Brasileira, attende i turisti per una chiacchierata immaginaria, e ancora Saramago e Tabucchi. Senza dubbio, chi non è mai stato a Lisbona proverà, leggendo il libro, un improvviso desiderio di andarci. E non solo per assaggiare le "50 sfumature di baccalà" di cui si parla nel romanzo, bevendo magari birra imperial e ginjinha (il celebre liquore alla ciliegia), ma proprio per immergersi in una città bellissima, una delle più romantiche d'Europa, in cui la saudade si confonde con l'allegria. "Lisbona è una citazione postmoderna, sintesi urbana di tutto il mondo", scrive l'autore. E mentre si va avanti con la lettura quello che colpisce è la sensazione di autenticità: perché Lisbona è una città che resta fedele a se stessa e non rinuncia alle proprie tradizioni, pur riuscendo a dialogare con la modernità. "È la prima cosa che ti sconvolge di Lisbona, questa luce caravaggesca", si legge ancora, "È come essere sempre dentro un quadro barocco con un'illuminazione precisa, perfetta che rende tutto un po' irreale, come ti trovassi su un palco pronto per il tuo spettacolo": e con una descrizione così, davvero viene voglia di partire.(ANSA).
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