POMPEI - Nuovi scavi in una nuova area di Pompei - nella Regio V - apriranno a scoperte di nuove bellezze e itinerari inediti in strade, domus e botteghe che hanno caratterizzato la civiltà romana prima del 79 dopo Cristo, quando cioè la città fu coperta dall'eruzione del Vesuvio.
Alla vigilia del 270/o anniversario della scoperta delle meraviglie dell'antica Pompei, quando cioè gli scavi borbonici del 23 marzo 1748 fecero emergere i primi reperti, il direttore generale della Soprintendenza speciale del sito archeologico, Massimo Osanna, ha presentato l'intervento in corso - pertinente a una superficie di oltre mille metri quadrati, il cosiddetto "cuneo" - tra la casa delle Nozze d'Argento e la casa di Marco Lucrezio Frontone.
E' il "sogno" di tutti gli archeologi quello che si sta realizzando nell'antica Pompei, grazie al cantiere del grande intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo che delimitano un'area inesplorata di circa 22 ettari. E, ancora, ci sono oltre 2,5 chilometri di muri antichi nell'area non scavata, alle spalle dei fronti, nelle Regiones I-III-IV-V-IX, che sarà oggetto di intervento di mitigazione del rischio idrogeologico.
"Il progetto che mirava a trovare una soluzione alla instabilità dei fronti di scavo in quest'area - rivela il direttore generale degli Scavi di Pompei, Massimo Ossanna - che presentava una storia di crolli numerosi, ha imposto la risagomatura di questa zona del sito archeologico. Scavando, abbiamo cominciato a portare alla luce reperti di ambienti privati e pubblici, giardini e porticati, che offriranno agli studiosi la possibilità, per la prima volta, di poter osservare e studiare oggetti, intonaci e affreschi mai restaurati, nella loro forma e nel colore originario non manomesso dai restauri del passato. Avremo, quindi, anche la possibilità di effettuare opere conservative ricorrendo alle tecniche, materiali ed esperienze più avanzate".
L'intervento globale su tutti i fronti della città antica rientra nel Grande Progetto Pompei e durerà circa 2 anni per un costo complessivo di circa 8,5 milioni di euro. I lavori non impediranno la visita al sito, procederanno infatti per sottocantieri proprio per garantire la fruibilità dell'area archeologica.
"Il primo stadio di intervento - ha spiegato Osanna - ha previsto la rimozione di tutta quella parte di terreno proveniente dagli scavi di fine Ottocento e Novecento, che veniva riversato nella zona del 'cuneo'. Al di sotto di questi livelli è stata riportata in evidenza la stratigrafia vulcanica, con il livello di cenere sovrapposto agli strati di lapillo".
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