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Ecco il Vinitaly dei record, a Verona tutto il mondo del vino

E’ un’edizione di Vinitaly che si avvia a battere tutti i record la 55/a, inaugurata domenica 2 aprile a Veronafiere, dove proseguirà fino a mercoledì 5 aprile. Primato di numeri: oltre 4.000 aziende espositrici da più di 30 nazioni, 17 padiglioni occupati per 100mila metri quadrati netti di superficie espositiva,  operatori professionali da tutto il mondo, più di 25mila soltanto quelli attesi dall’estero, da 130 nazioni. Record di presenze istituzionali, con una parata di ministri, culminata, nella seconda giornata, dalla visita della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Un riconoscimento istituzionale che rafforza il ruolo della rassegna veronese, ribadendo la funzione guida per il un comparto che rappresenta la prima voce attiva della bilancia commerciale del Paese, con una filiera da 530mila imprese, 870mila addetti e un fatturato di quasi 14 miliardi nel 2022, anno in cui le esportazioni sono cresciute del 10%, valore 7,9 miliardi. Ma conteggiando tutto ciò che gira attorno al mpondo del vino (dai macchinari alle etichette) il giro d'affari arriva a 31 miliardi di euro.

“I record nei numeri ci sono - ha detto il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo -, adesso ovviamente facciamo passare questi quattro giorni e alla fine della rassegna tireremo le somme”. Bricolo, al suo primo Vinitaly da presidente della Spa fieristica veronese, ha sottolineato l’impegno sinergico per promuovere nel mondo il vino, emblema del made in Italy: “Abbiamo fatto veramente un grande lavoro, siamo stati sostenuti da ICE Agenzia nel lavoro di incoming dei buyer, siamo stati aiutati dalle ambasciare, anche dalle Camere di commercio locali italiane nei vari Paesi nel reclutamento”. “Abbiamo fatto un grande lavoro anche come Sistema Italia - ha aggiunto -, credo che se messo a regime può davvero dare risultati migliori con una promozione più coordinata e meno frammentata”. La Fiera di Verona diventa così piazza di incontro del meglio dell’offerta enologica, piattaforma di promozione internazionale per un settore portante dell’economia nazionale in un’edizione del salone a tutto business

“I numeri della filiera mostrano come il vino nell’arco di un decennio sia diventato saldamente un capitale strategico del prodotto Italia – ha sottolineato Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere –. Per questo ora dobbiamo puntare a intensificare e accelerare una progettualità per rendere Vinitaly un brand ancora più efficace sullo scacchiere della domanda internazionale del nostro vino, con l’obiettivo di incrementare le presenze di operatori professionali dall’estero e il presidio permanente sui mercati globali. La prossima frontiera di radicamento del Gruppo Veronafiere, dopo Brasile e Cina, sono gli Stati Uniti, in Occidente, il Giappone e la Corea del Sud nel Far East”. E in questi quattro giorni la storica rassegna veronese riceve un’investitura in piena regola da parte delle istituzioni che riconosce Vinitaly come aggregatore di tutti i soggetti coinvolti nella valorizzazione del vino italiano sui mercati esteri, emergenti e maturi. “«Abbiamo registrato un forte e positivo segnale di unità di intenti tra Veronafiere-Vinitaly e tutto il sistema istituzionale impegnato nell’internazionalizzazione del made in Italy. La presenza così numerosa e qualificata del Governo è un segnale di grande attenzione di cui siamo grati, anche a nome di tutte le nostre aziende espositrici. L’obiettivo ora è costruire insieme una piattaforma promozionale permanente e coordinata, in grado di attrarre da un lato gli investimenti sul prodotto italiano e dall’altro l’incoming sull’Italia, i suoi territori vocati e sulla rassegna che meglio la rappresenta: Vinitaly” ha concluso il presidente Federico Bricolo.

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