- (Il divin Torrone di Giuseppe Nocca pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, pagine:206, 20 euro)
Il torrone, protagonista delle sagre paesane, di molte nozze e momenti di gioia, ma spesso defraudato del suo valore culturale e nutrizionale perché non dietetico. Ciononostante, come sottolinea l'autore de "Il divin Torrone" Giuseppe Nocca, ha varcato i millenni segnando i riti di passaggio della vita umana nel bacino del Mediterraneo. Due soli ingredienti, il miele e il sesamo, che costituivano inizialmente i simboli del trascendente, saranno ulteriormente incrementati con l'introduzione dello zucchero, dell'albume e degli aromi; il torrone soggiace a due fenomeni: l'aumento delle sue dimensioni e dei suoi ingredienti.
Il saggio propone un viaggio a ritroso nel tempo, alle radici di una preparazione così diversa dalle formulazioni commerciali, e che rimane traversale a molte culture del bacino mediterraneo.
Un viaggio alla ricerca delle radici che prende spunto dall'unione ancestrale nei territori del Medio Oriente e che poi arriva a toccare le coste di Spagna, Francia e Italia dove per la prima volta compare a Cremona nel 1441 in occasione delle nozze di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza. Oggi è portato avanti da artifigiani del gusto, con aziende a conduzione familiare distribuite dal Piemonte fino alla Calabria e Sicilia, ed è l'incontro con i volti e le insegne storiche del torrone italiano a rendere peculiare il viaggio, divertito e colmo di curiosità dell'autore, Nocca, oggi residente a Formia.
Il volume si divide in tre parti: la prima squisitamente storica con indicazione anche delle antiche ricette e dei torroni inseriti nell'elenco dei Pat - Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Segue poi una seconda parte dedicata al processo produttivo del torrone e una terza in cui ad essere analizzata è l'antropologia del prezioso alimento e dei suoi ingredienti.
L'autore, memore dei proprii studi classici dove ha maturato le conoscenze per le lingue classiche, Giuseppe Nocca transita verso il mondo agricolo con una laurea in scienze agrarie, per poi approdare all'insegnamento della scienza degli alimenti. La venticinquennale docenza sarà utile per approfondire le tecnologie della produzione alimentare oltre che della fisiologia umana, penetrando nei fini meccanismi dell'utilizzo dei nutrienti. (ANSA).
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