ROMA - Con la pandemia circa la metà dei consumatori ha aumentato il consumo domestico di prodotti ittici che ora occupano la terza posizione nella classifica degli alimenti in crescita dopo pasta e verdure. Il trend emerge con "Acquacoltura e Covid-19: quali impatti sui consumi?" , ricerca condotta dalla società Crea Marketing Consulting per conto dell'Associazione Piscicoltori Italiani. Lo studio sarà al centro della preview digitale di AquaFarm (mostra-convegno internazionale dedicata ad acquacoltura e industria della pesca sostenibile) il 25 marzo. Dall'indagine emerge che le chiusure dovute all'emergenza hanno provocato, presso certe categorie di italiani, variazioni nelle modalità di preparazione del pesce a casa, in particolare l'analisi nota un aumento nella complessità e raffinatezza delle ricette in una quota di "gourmet" del 10%.
Viene segnalato inoltre che la preferenza di prodotto italiano è arrivata all'82%, perché percepito come di maggior qualità, più sostenibile, più sicuro, controllato e più fresco sulla base di una serie di parametri a pari merito. E' rilevata una crescita del canale delle consegne a domicilio e del gradimento dei prodotti d'allevamento. Si registra un incremento dell'attenzione alla provenienza del prodotto e una richiesta di maggiore immediatezza nell'informazione. Con la ricerca si sottolinea che il settore HoReCa è stato, ed è, il settore con il maggiore impatto, non solo per la chiusura totale degli operatori in certi periodi, ma anche per il cambio nell'atteggiamento dei consumatori: il 48% dei quali ha ridotto significativamente se non del tutto la frequentazione dei ristoranti.
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