Le Colline di Conegliano e Valdobbiadene non sono solo il più recente degli 8 siti Unesco del Veneto, ma devono diventare il sito-laboratorio per la tutela del paesaggio e del territorio e il centro di coordinamento della rete dei patrimoni Unesco del Veneto, regione che vanta il primato dei patrimoni dellumanità tra i 55 italiani. Lo ha ribadito il presidente del Veneto, Luca Zaia, insediando il Comitato tecnico scientifico per le Colline Unesco.
Una riunione già operativa, perché il Comitato tecnico-scientifico ha già messo in cantiere le attività future per la valorizzazione del paesaggio del sito Unesco, e in particolare il piano di gestione dellarea Unesco che dovrà coordinare tutte le pianificazioni per conservare lintegrità dei valori della candidatura Unesco e promuovere lo sviluppo integrato delle risorse delleconomia locale. Le Colline saranno un museo open air del patrimonio naturalistico e antropico, una occasione di alta valorizzazione dei valori identitari del territorio e della sua gente" osserva Zan il quale rileva che "le Colline di Conegliano e Valdobbiadene non saranno i parenti poveri dello Champagne o delle Langhe o di altri paesaggi vitivinicoli: il sito è costituito sì da vigneti storici e agricoltura eroica, ma anche da boschi e verde incontaminato, oltre il 50% del territorio è boscato. Dovremo riqualificare qualche punto grigio dellarea ammette Zaia - ma a livello europeo ci sono gli strumenti ad hoc per intervenire.
Dalla nomina delle Colline trevigiane nella world list dei beni Unesco, lo scorso anno a Baku, la Regione Veneto ha già provveduto a normare la pianificazione territoriale per i 29 comuni della core e della buffer zone (norme aggiornate dal Consiglio regionale la settimana scorsa con elementi di salvaguardia nel disciplinare) e ad inserire la promozione del sito nel Piano strategico del turismo veneto, calendarizzando iniziative e relativi impegni di spesa.