I terremoti non possono essere fermati, ma possiamo studiarli per difenderci al meglio ed evitarne le conseguenze: è il messaggio del presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni, a sette anni dal terremoto che colpì il Centro Italia causando 303 vittime e gravi danni.
“Il 24 agosto 2016 iniziò la tragica sequenza sismica di Amatrice-Visso-Norcia: una ferita che deve ancora rimarginarsi, che ci ha insegnato moltissimo e che stimola quotidianamente l’Ingv a implementare le reti di monitoraggio e sorveglianza sismica in tutta Italia”, rileva Doglioni in una nota.
“I terremoti torneranno, non c’è possibilità alcuna di fermarli, ma – prosegue – dobbiamo conoscerli meglio per poterci difendere tramite una prevenzione adeguata che ci permetta un giorno di poterci convivere senza temere perdite di vite e di beni”.
Doglioni sottolinea ifine la necessità di investire nella comprensione dei terremoti per difendere non solo vite umane e abitazioni, ma la libertà di “non essere sfollati per molti anni e perdere le proprie radici culturali e disperdere il tessuto economico”.