Venerdì 17 Maggio 2024

Clima, per le montagne scatta l’allarme piogge estreme

Per le montagne dell’emisfero settentrionale scatta l’allarme per gli eventi di precipitazioni estreme (fonte: Jenny Nuss/Berkeley Lab) - © ANSA
La mappa mostra la stima del rischio di precipitazioni estreme per la fine del secolo (fonte: Mohammed Ombadi/Berkeley Lab) - © ANSA

Mentre le temperature globali in aumento trasformano la neve in pioggia, per le montagne dell'emisfero settentrionale scatta l’allarme per gli eventi di precipitazioni estreme, che potrebbero innescare inondazioni e smottamenti: il loro potenziale impatto coinvolgerebbe un quarto della popolazione mondiale, che vive all’interno o a valle di regioni montuose. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Nature e guidato dal Laboratorio Nazionale americano Lawrence Berkeley. Le catene montuose più a rischio sono quelle del Nord America, come le Cascades e la Sierra Nevada, quella dell’Himalaya e le zone ad alte latitudini, mentre le Alpi risultano meno vulnerabili.
I ricercatori guidati da Mohammed Ombadi hanno calcolato l’aumento del rischio dovuto alla maggiore quantità di pioggia caduta rispetto alla neve: per ogni aumento di 1 grado nella temperatura globale, stimano il 15% di precipitazioni in più ad alta quota. “Questo aumento non avverrà solo da ora fino alla fine del 21esimo secolo: sta già accadendo”, commenta Ombadi. “Si è verificato anche nel periodo compreso tra il 1950 ed il 2019: le piogge estreme in montagna sono già aumentate – aggiunge il ricercatore – e continueranno a farlo al ritmo da noi individuato”.
Secondo gli autori dello studio, le catene montuose più vulnerabili sono quelle in cui le nevicate si verificano a temperature appena inferiori allo zero: in questi casi, il minimo cambiamento nella temperatura trasforma la neve in pioggia. Su montagne come le Alpi, invece, le nevicate possono verificarsi a temperature molto al di sotto dello zero, e quindi queste zone risultano meno a rischio. “Dobbiamo tenere conto di questi risultati nel modo in cui progettiamo e costruiamo le infrastrutture nelle regioni montuose – conclude Ombadi – in modo che possano sopportare le conseguenze negative dell'aumento delle precipitazioni estreme”.

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