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Terremoto Marche, 220 le scosse finora registrate dall'Ingv

Prosegue la sequenza sismica al largo della costa delle Marche, che ha avuto inizio ieri con il terremoto di magnitudo 5.5 registrato alle 7,07: secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), sono 220 i terremoti registrati alle 10 di mattina. L’ultima scossa è stata registrata alle 8:51 con magnitudo 2,2. Tra le 220 scosse di assestamento, o aftershock, la più forte è quella registrata appena un minuto dopo la scossa principale, alle 7:08 del 7 novembre con magnitudo 5,2.
L’epicentro della sequenza sismica è localizzato tra la provincia di Pesaro-Urbino e quella di Ancona, nella stessa area in cui è avvenuto il primo terremoto: quest’ultimo, il più forte, ha avuto origine a circa 31 chilometri dalla città di Fano e a 35 chilometri da Pesaro, ad una profondità di 7 chilometri al di sotto del mare.

La fascia costiera e marina al largo delle Marche è una zona sismica che si inserisce nella placca adriatica, una struttura geologica che, all’interno del Mare Adriatico, parte dalla Puglia per arrivare fin sotto le Alpi orientali. Il sisma è stato prodotto da una faglia di compressione: si tratta, cioè, di una faglia in cui i due blocchi contrapposti vengono spinti l’uno contro l’altro, e quindi una delle due parti risale rispetto all’altra. Si crea così un accavallamento di strati rocciosi. È l’opposto di quello che avviene nell’Appennino, dove invece le faglie sono di distensione, provocate da forze che allontanano i due blocchi.
 L'INGV ha creato una animazione della propagazione delle onde della scossa principale.

Le due scosse più forti sono state quella delle 7,07 e quella avvenuta pochi minuti dopo, alle ore 7,12, di magnitudo 4.0. Il terremoto è stato avvertito in un’area molto vasta lungo la costa adriatica, dal Friuli Venezia-Giulia alla Puglia.

Il Catalogo dei Terremoti Italiani evidenzia, nelle vicinanze dell’epicentro dell’evento di oggi, alcuni terremoti di magnitudo intorno a 5.0, come quello del 30 ottobre 1930 nei pressi di Senigallia (magnitudo 5.8), il più significativo della costa settentrionale marchigiana avvenuto nel Novecento.

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