Per la prima volta nella storia d'Europa il finanziamento proposto dal Parlamento Ue e dalla Commissione per il programma quadro 2021-2027 sulla ricerca viene tagliato dal Consiglio di circa il 25%, rimanendo fermi ai livelli di spesa del 2014. A denunciarlo è Lettera 150, think tank indipendente che riunisce oltre 250 professori universitari, che lanciano un appello ai capigruppo del Parlamento europeo per un cambio di rotta. Secondo le prime stime "le conseguenze equivalgono alla eliminazione del supporto a 22.500 ricercatori, una perdita di 400 brevetti per 110 invenzioni e di 220 test clinici".
"Nonostante la crisi pandemica abbia dimostrato l'importanza di investire nella ricerca, i finanziamenti proposti dal Consiglio europeo per il relativo capitolo di spesa rimarranno fermi a quanto previsto nel 2014", si legge nell'appello, nel quale si chiedono ai capigruppo del Parlamento europeo di sostenere la petizione inviata lo scorso 11 agosto al presidente del Parlamento, David Sassoli, che però ad oggi non ha avuto risposta.
"Per la prima volta nella storia d'Europa - prosegue l'appello - il finanziamento proposto dal Parlamento Ue e dalla Commissione per il programma quadro 2021-2027 viene drasticamente tagliato dal Consiglio europeo con una riduzione di ben 13,5 miliardi di euro, circa il 25% del totale".
Secondo le prime stime "le conseguenze di questi tagli equivalgono alla eliminazione del supporto a 22.500 ricercatori, ad una perdita di 400 brevetti per 110 invenzioni e ad una perdita di 220 test clinici". Tutto questo, prosegue Lettera 150, "in un contesto in cui l'Europa spende solo il 2,2% del Pil nella ricerca contro il 2,8% degli Usa, il 3,2% del Giappone, il 4,3% della Corea".
Da qui l'appello al Parlamento europeo al fine di "riconsiderare l'assegnazione dei fondi per la ricerca, come descritto nella proposta originale - concludono i firmatari - Dobbiamo essere consapevoli del fatto che, senza ricerca, un futuro di prosperità e benessere non sarà realizzabile per i popoli d'Europa".
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