Sabato 04 Maggio 2024

Nuovo laser europeo svela il killer di antibiotici

Rappresentazione artistica dell’esperimento: quando il lampo di raggi X colpisce l’enzima, i dati ottenuti dalla rifrazione del raggio permettono di ricostruire la struttura molecolare. (Fonte: DESY/Lucid Berlin) - © ANSA
Anton Barty, alla guida del gruppo (sulla sinistra), e Richard Bean, uno dei ricercatori, a uno degli strumenti di Xfel. (Fonte: DESY, Lars Berg) - © ANSA

Per la prima volta si è potuto osservare la struttura sconosciuta del "killer di antibiotici", un enzima responsabile della resistenza ai farmaci da parte dei batteri, grazie a raggi X superveloci. Il grande risultato segna il debutto del nuovo laser europeo Xfel, nato da una collaborazione internazionale di oltre 120 ricercatori guidata dal supermicroscopio Desy, del Centro tedesco di ricerca sulla fisica nucleare. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications, è solo la prima di una serie di esperimenti finora impossibili.

"Trattandosi di uno strumento completamente nuovo, abbiamo dovuto superare sfide mai affrontate prima", dichiara Anton Barty, alla guida del gruppo. "Per me è stato simile al volo inaugurale di un nuovo aeroplano: tutti i calcoli e i lavori sono completati, ma non saprai se vola davvero finché non lo provi".

Lungo 3.4 chilometri, il laser è in grado di “sparare” circa 4.5 milioni di lampi di raggi X al secondo, permettendo di svelare la struttura tridimensionale di qualsiasi molecola con una velocità senza precedenti. Infatti i ricercatori hanno dovuto realizzare una delle telecamere a raggi X più veloci del mondo, per poter registrare la struttura delle molecole o addirittura le reazioni chimiche man mano che vengono rivelate.

"Siamo molto eccitati dalla velocità delle analisi, esperimenti che richiedevano ore possono essere fatti in pochi minuti: Xfel offre prospettive entusiasmanti per l'esplorazione del mondo dell'infinitamente piccolo", commenta Henry Chapman, uno dei ricercatori. "La differenza nel tasso di scoperta resa possibile da Xfel è drammatica, come quella tra l'attravere l'Atlantico in nave o in aereo", aggiunge Adrian Mancuso, un altro degli autori dello studio. "L'impatto è potenzialmente enorme".

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