Lunedì 06 Maggio 2024

Viaggio virtuale al centro della Via Lattea

La Via Lattea. Un grumo di materia deformata dall’abbraccio del buco nero al centro della nostra galassia, con una massa pari a circa 4 milioni di volte il Sole (fonte NASA/CXC/Pontifical Catholic Univ. of Chile /C.Russell et al.) - © ANSA
L’immagine del centro della Via Lattea ripresa dal telescopio spaziale Spitzer della Nasa (fonte: NASA/JPL-Caltech/S. Stolovy (SSC/Caltech) - © ANSA

Gruppi di stelle giganti, nubi incandescenti che emettono raggi X, grumi di materia deformata dall’abbraccio gravitazionale di un buco nero. Ecco quello che si può incontrare nel viaggio al centro della Via Lattea reso possibile dalla simulazione della Nasa, attraverso immagini e dati raccolti da telescopi spaziali e terrestri. I dati, in corso di pubblicazione sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, sono stati presentati a Washington nel convegno della Società Astronomica Americana.

Gli astronomi della Nasa, coordinati da Christopher Russell dell’Università pontificia del Chile, hanno simulato un viaggio di 26.000 anni luce, pari alla distanza della Terra dal centro della Via Lattea. Il viaggio, nello spazio e nel tempo, abbraccia un periodo di 500 anni, a partire da 350 anni fa. Il punto di vista dell’osservatore, a 360 gradi, è quello del buco nero al centro della Via Lattea, Sagittarius A*, un mostro cosmico con massa di circa 4 milioni di volte quella del Sole.


Simulazione del viaggio nel cuore della Via Lattea tra stelle giganti e nubi incandescenti (fonte NASA/CXC/SAO)

La simulazione è costruita a partire dai dati nell’infrarosso raccolti dal Very large Telescope (Vlt) dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) su 30 stelle massicce, le Wolf-Rayet, in orbita a circa 1,5 anni luce dal centro della Via Lattea. Queste stelle emettono potenti getti di gas che, scontrandosi, riscaldano il mezzo interstellare di milioni di gradi, liberando raggi X. La radiazione è poi catturata dal telescopio spaziale Chandra della Nasa, che ci restituisce così una radiografia dell’area.

L'obiettivo della simulazione è capire meglio il ruolo giocato da Sagittarius A* nell’evoluzione della nostra galassia, attraverso la sua interazione con le stelle Wolf-Rayet. Secondo le attuali teorie cosmologiche, infatti, la formazione di molte galassie sarebbe stata favorita dalla presenza al loro interno di giganteschi buchi neri.

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