Dalle microalghe possono essere estratte sostanze bioattive, come gli antiossidanti, per arricchire alimenti, cosmetici, fitosanitari e mangimi. Un processo costoso, che l'Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile), sta cercando di ottimizzare nell'ambito del progetto europeo Valuemag, al fine di ridurne i costi.
Grazie ad un finanziamento da 5 milioni di euro della Commissione europea, il gruppo internazionale di ricerca, composto da 11 partner di 9 Paesi dell'Unione Europea, sperimenterà nuovi metodi di coltivazione, come quella magnetica, che potrebbe abbassare i costi di produzione dagli attuali 6 euro al chilo, con i sistemi tradizionali, a 0,3 euro al chilo. Con "questa tecnologia - sottolinea Antonio Molino, responsabile per l'Enea delle attività del progetto - si ottimizza l'utilizzo di acqua e nutrienti. Il risultato è un consumo molto basso di queste risorse, la cattura dell'anidride carbonica da diversi processi produttivi e un modo facile di estrarre le molecole antiossidanti, come omega-3 e carotenoidi".
L'Enea cercherà, in particolare, di ottimizzare il prelievo delle sostanze bioattive dalle microalghe, per impiegarle poi in prodotti e integratori alimentari, cosmetici, fitosanitari e mangimi per acquacoltura, che da soli incidono per oltre il 50% sui costi complessivi degli allevamenti ittici. "Le microalghe sono una fonte 'inesauribile' di sostanze benefiche - aggiunge Roberto Balducchi, responsabile del Laboratorio Enea Bioprodotti e Bioprocessi - L'Enea sperimenterà tecnologie innovative per limitare la degradazione delle molecole bioattive durante la loro estrazione, contribuendo a ottimizzare qualità e produttività delle coltivazioni".
A beneficiarne sarà, secondo le stime, tutto il comparto dell'acquacoltura europea per cui la Commissione prevede entro il 2030 la creazione di 23.000 nuovi posti di lavoro, oltre agli attuali 150.000.