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La leggenda del basket Antonello Riva “Ancora oggi mi sento un atleta”

MILANO (ITALPRESS) – “Il mio segreto è che ancora oggi mi sento un atleta, naturalmente con le dovute proporzioni. Alimentarsi bene, fare un minimo di attività fisica, riposarsi nel giusto modo sono tutte cose che conosciamo bene, però molto spesso non lo facciamo. In quella giornata in cui non riesco a fare attività fisica mi

MILANO (ITALPRESS) - "Il mio segreto è che ancora oggi mi sento un atleta, naturalmente con le dovute proporzioni. Alimentarsi bene, fare un minimo di attività fisica, riposarsi nel giusto modo sono tutte cose che conosciamo bene, però molto spesso non lo facciamo. In quella giornata in cui non riesco a fare attività fisica mi sento in difficoltà". Parola di Antonello Riva, tra le leggende del basket italiano, con un ricco palmarès che annovera tra le altre cose un Campionato italiano, due Coppe dei campioni, tre Coppe delle coppe, una Coppa intercontinentale con Cantù e un oro ai Mondiali con la Nazionale italiana, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell'agenzia di stampa Italpress: "Il segreto della mia carriera? Non ce ne sono. Ripensandoci, io mi ricordo quando andai con mia madre al palazzetto, avevo 14 anni, e strinsi la mano a Marzorati, che era il campionissimo dell'epoca - ha ricordato - Dentro di me mi dissi, "io voglio diventare come lui". Avere già un obiettivo ben preciso permette di sapere dove vuoi arrivare. Come in tutti i campi, se non hai la costanza e non lavori quotidianamente non si va avanti. E citerei anche la voglia di apprendere - ha spiegato Riva - La mia fortuna è stata quella di avere al fianco Marzorati che mi ha instradato".
Tra grandi vittorie e qualche delusione, Riva non cambierebbe nulla della sua longeva carriera che si è chiusa a 43 anni: "Riguardando la mia carriera, non cambierei nulla: ogni annata e ogni esperienza mi ha dato qualcosa di positivo che mi porto ancora dietro oggi - ha assicurato - Ho vinto solo un campionato, ne ho giocati 25, ma ogni partita, ogni incontro, lo ho affrontato sempre con il massimo delle mie capacità, le partite le ho sempre preparate nel miglior modo. E' stata una carriera lunga, mi piaceva fare canestro - ha sottolineato l'ancora oggi detentore del record di punti messi a segno nella Serie A di basket - Una cosa mi brucia ancora, quando nel secondo anno a Milano perdemmo in finale contro Caserta, avevamo vinto tutte le partite e perdemmo solo quella. Altri momenti difficili sono quelli legati agli infortuni. La più grande soddisfazione è stata la prima Coppa dei Campioni con Cantù, che non l'aveva mai vinta, e poi naturalmente la medaglia d'oro dell'83' ai Mondiali a Nantes". "Il basket oggi è cambiato totalmente, basti pensare alle regole - ha ammesso Riva - Adesso il tiro da tre ha sempre maggiore impatto, però è cambiata la fisicità. Io ho esordito grazie alla mia fisicità, oggi nel mio ruolo è invece normale avere quello che era il mio fisico, oggi sono tutti quasi alti due metri". Infine, sul rapporto coi medici e sullo stile di vita dell'atleta: "Il rapporto coi medici è fondamentale. E' la famosa vita d'atleta, sembra una cosa scontata ma non lo è - ha aggiunto - Ho smesso a 43 anni proprio per questo, ho appreso dai grandi campioni che bisognava impegnarsi in allenamento, riposarsi nei momenti giusti, integrarsi nel giusto modo - ha concluso Riva - sono queste le cose che ti fanno performare nel migliore dei modi".
-foto Italpress-
(ITALPRESS).

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