Sabato 28 Dicembre 2024

Anche mesi per una visita medica con priorità, liste d'attesa infinite

Mammografia spia problemi cuore in menopausa - © ANSA

A Lecce nessuna visita pneumologica con priorità D (Differibile) è garantita entro i 30 giorni previsti, a Bari soltanto il 9,38% delle visite ginecologiche con priorità B (Breve, da eseguire entro 10 giorni) e il 14,39% delle ecografie complete all'addome sempre con priorità b, sono garantite entro i 10 giorni previsti. A Imperia per una visita cardiologica con priorità D si può aspettare anche 159 giorni, per una mammografia con priorità D nello spezzino si arriva addirittura ad attenderne 253, che possono diventare 318 giorni nell'Imperiese per un ecocolordoppler con priorità D. Per un'ecografia addominale completa con priorità D a Genova si registrano tempi di attesa pari a 270 giorni, quasi cinque volte superiori a quelli previsti dalla legge. E' quanto emerge da un'analisi di Cittadinanzattiva sui tempi d'attesa per 6 diverse tipologie di visite specialistiche ed esami diagnostici - visita cardiologica, ginecologica, pneumologica, oncologica, ecografia addominale, mammografia - in 12 grandi Asl di quattro Regioni: Lazio, Emilia Romagna, Liguria e Puglia.

Migliore la situazione in Emilia-Romagna ma si nota il picco negativo per la visita pneumologica a Reggio Emilia, dove le tempistiche vengono rispettate solo nel 39% dei casi, o a Bologna dove i tempi di attesa per la visita cardiologica sono rispettati nel 57% dei casi. Abbastanza positiva la situazione nel Lazio con alcune criticità: per un'ecografia addominale completa con priorità b - da eseguire entro 10 giorni - nell'Asl Roma 4 i tempi di attesa sono rispettati solo nel 18,2% dei casi; per una visita cardiologica con priorità D, nell'Asl di Viterbo si registrano tempi di attesa rispettati nel 47,2% dei casi.

Il rapporto evidenzia  inoltre un "quadro allarmante" in Campania per quanto riguarda le prestazioni erogate nel sistema pubblico rispetto a quelle in intramoenia. La stessa Regione segnala che il numero di prestazioni erogate nel canale pubblico è inferiore, per tutti gli esami e le visite monitorate, a quelle erogate in intramoenia, e questo vale presso tutte le aziende ospedaliere. Nel 2022 presso l'Ospedale Cardarelli di Napoli sono state somministrate 1255 visite ortopediche in intramoenia e nel pubblico 112, all'Ospedale dei Colli sempre a Napoli, nessun eco addome nel pubblico, mentre ne sono stati fatti 111 in intramoenia; presso l'Ospedale Moscati di Avellino, sono state somministrate 7 visite cardiologiche pubbliche e 979 in regime di intramoenia. 

Dal punto di vista delle risorse non utilizzate, so Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, "ancora un terzo dei 500 milioni di euro messi a disposizione dal livello centrale per il recupero delle prestazioni non erogate a causa della pandemia, non sono stati impiegati dalle Regioni: si tratta di circa 165 milioni che rischiano di andare sprecati. Gli ultimi monitoraggi pubblici ci dicono che il Molise ha investito solo l'1,7% di quanto aveva a disposizione, circa 2,5 milioni; male anche la Sardegna (26%), la Sicilia (28%), la Calabria e la Provincia di Bolzano (29%)".
   

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