(ANSA) - ROMA, 25 LUG - La maggior parte del latte a base vegetale, da quello di soia a quello di avena o riso solo per fare qualche esempio, ha una quantità inferiore di proteine rispetto al latte vaccino, e in quasi un terzo dei casi è privo anche di calcio e vitamina D rispetto all'opzione lattiero-casearia. Lo rivela uno studio presentato a Nutrition 2023, il congresso della Società Americana di Nutrizione.
Precedenti ricerche hanno dimostrato che i latti a base vegetale sono a basso contenuto di 4 minerali chiave: fosforo, magnesio, zinco e selenio. Ora il team di Abigail Johnson dell'Università del Minnesota ha analizzato le etichette nutrizionali di 237 prodotti alternativi al latte vaccino, come latte di mandorle, avena, riso e semi di soia attualmente molto in voga. Sono stati confrontati i livelli di proteine, calcio e vitamina. E' emerso che solo il 19% dei latti a base vegetale (meno di uno su 5) corrispondeva al latte di mucca per le proteine. In media, i latti a base vegetale contenevano solo 2 grammi di proteine per 240 millilitri, mentre il latte di mucca ha 8 grammi per 240 ml, sia scremato, sia parzialmente scremato o intero. I prodotti a base vegetale che corrispondevano o superavano il contenuto proteico del latte vaccino tendevano ad essere a base di soia, afferma Johnson. "Tuttavia, la maggior parte delle persone riceve molte proteine da altre fonti, come carne, fagioli e legumi, quindi questo potrebbe non essere un problema", spiega la ricercatrice. Inoltre, è emerso che il 69% dei latti a base vegetale (due su tre) era fortificato con calcio e vitamina D, il che significa che a questi venivano aggiunti nutrienti a concentrazioni che non si trovano naturalmente in questi alimenti. In questi prodotti, quindi, i livelli di calcio e vitamina D corrispondono a quelli del latte vaccino. Tuttavia, non è così nelle alternative non fortificate e di questo va tenuto conto visto che sia il calcio sia la vitamina D aiutano a rafforzare le ossa, e la vitamina D rafforza anche il sistema immunitario. I risultati dello studio sono importanti perché le alternative al latte vaccino sono scelte da un numero crescente di consumatori e spesso offerte anche ai più piccoli, conclude Johnson. (ANSA).
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