"In un momento complesso come questo, in cui bisognerà avviare la medicina territoriale, non potremo non rivolgersi inizialmente a qualche Paese straniero che magari abbia una buona formazione in campo infermieristico".
Così il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo al convegno per i 30 anni di Agenas.
Durante il suo intervento, il ministro ha chiarito che le cause all'origine della carenza di professionisti nel servizio sanitario sono diverse per medici e infermieri: mentre per i primi si tratta di un problema motivazionale per i secondi si tratta di un quantità insufficiente di personale.
Per quel che riguarda i medici, "più che mancare in maniera assoluta, certo averne qualcuno in più avrebbe fatto bene ma veniamo da una programmazione in medicina sbagliata, è che non vogliono fare alcune specializzazioni, per esempio Emergenza-urgenza o Pronto soccorso", ha affermato Schillaci.
"Per gli infermieri bisogna fare un discorso diverso", perché questi professionisti "mancano". Da qui la necessità di dovere attingere a personale straniero.
Sulla carenza di personale sanitario, però, il ministro ha invitato a fare attenzione ai numeri: "non è vero che mancano 300mila infermieri", ha precisato. "Basta prendere i dati di Agenas, che sono ufficiali, per capire realmente quali sono i fabbisogni".
Quanto alla professione medica, il ministro coglie segnali positivi per il futuro: "Se ci sono 70-80 mila ragazzi che ogni anno vogliono fare test di medicina, la professione medica la sua attrattività non l'ha persa", ha detto. "Anche su quello siamo intervenuti: la ministra Bernini ha aumentato il numero di iscritti a medicina. Io ho fato il preside - ha proseguito - e per quasi dieci anni ogni anno chiedevano di avere 4-5 mila posti in più. Se li avessimo avuti, oggi avremmo quei medici che mancano", ha concluso.