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Oltre 110 mln in Europa le persone con un disturbo mentale

Daniela Bianco, Partner e Responsabile Area Healtcare, The European Hause - Ambrosetti, in un momento del convegno

© ANSA

Nel complesso, sono oltre 110 milioni le persone che vivono con un disturbo mentale un Europa e la pandemia ha contribuito ad un aumento del 25% della prevalenza di problemi d’ansia e depressivi. Questo il quadro tracciato dal rapporto Headway – Mental Health Index 2.0 realizzato da The European House– Ambrosetti in partnership con Angelini Pharma, presentato oggi a Roma a Montecitorio.

La fascia di popolazione che più ha risentito degli effetti della pandemia e degli eventi difficili degli ultimi tre anni è quella degli adolescenti: ansia, depressione, solitudine, stress e paura sono i problemi di salute mentale più comunemente riscontrati e che si collegano a un calo del rendimento scolastico e in alcuni casi a un abbandono degli studi. E non va meglio tra gli adulti: i problemi di salute mentale colpiscono infatti circa il 20% della popolazione in età lavorativa e il tasso di occupazione delle persone affette da disturbi mentali gravi è inferiore di circa il 20-30% rispetto a quelle che non ne soffrono, con ripercussioni anche sulle retribuzioni medie. Il Rapporto ha analizzato i diversi fattori che determinano lo stato di salute mentale dei cittadini nei 27 Paesi dell’Unione Europea e nel Regno Unito e segnala anche che corso del 2020, l’anno in cui ha avuto inizio la pandemia, i decessi causati da disordini mentali e comportamentali si attestano a circa 250mila e in Europa, i disturbi mentali e comportamentali e i suicidi pesano per il 4,8% sul totale dei decessi. L’Italia occupa il 12° posto, subito dopo la Spagna, per numero di decessi. “Per la prima volta da quando è stata lanciata l’iniziativa nel 2017 -specifica Daniela Bianco, Partner e Responsabile Area Healthcare di The European House – Ambrosetti. il rapporto Headway ha esaminato i determinanti ambientali che agiscono sulla salute mentale, intesi come tutte le condizioni esterne che influenzano la vita, lo sviluppo e la sopravvivenza di una persona, sottolineando l’impatto significativo di fattori quali il cambiamento climatico, i conflitti e le migrazioni”. Il rapporto ha rilevato anche la capacità dei Paesi a reagire a situazioni di difficoltà: il Paese maggiormente resiliente è la Finlandia, mentre l’Italia risulta tra le nazioni più esposte, si pensi alla crisi economica post-pandemia, alle ricadute della guerra in Ucraina e ai flussi migratori e al rischio di recessione economica.

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