(ANSA) - ROMA, 20 GIU - Ogni anno si contano in Italia 630mila nuovi casi di polmonite pneumococcica tra gli anziani e oltre 8mila decessi. E nel 30% dei casi i batteri che la causano sono resistenti agli antibiotici. Uno scenario che potrebbe essere evitato grazie alla vaccinazione, che però stenta a decollare. A richiamare l'urgenza di un intervento di sanità pubblica è Italia Longeva, l'Associazione per l'Invecchiamento e la longevità attiva, attraverso un Consensus Paper presentato al Ministero della Salute.
In Italia la vaccinazione contro lo pneumococco protegge dai sierotipi che più frequentemente causano la polmonite, e? gratuita per le persone di 65 anni e per chi ha condizioni di salute a rischio. "La polmonite pneumococcica uccide ogni anno migliaia di anziani ma non fa notizia. In pochissimi si vaccinano - spiega Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva. Alla scarsa informazione si affianca il mosaico di soluzioni operative messe in atto dalle Regioni, in assenza di indicazioni univoche sulle tipologie di vaccini da utilizzare e con quali modalità e tempistiche". Per questo, il paper di Italia Longeva, frutto del lavoro di un Board multidisciplinare di esperti, propone 12 Raccomandazioni, tra cui indicazioni chiare a livello centrale per guidare la programmazione delle campagne vaccinali da parte delle Regioni.
Altro concetto chiave è il potenziamento di sistemi di sorveglianza, a partire dall'Anagrafe vaccinale. "Il sistema informativo sulle coperture vaccinali realizzato in epoca Covid - afferma Walter Ricciardi, professore d'Igiene dell'Università Cattolica del Sacro Cuore - dovrebbe sollecitare i decisori a implementare un meccanismo idoneo anche per questa vaccinazione".
Tra le raccomandazioni, il coinvolgimento di altri professionisti nella vaccinazione, come i farmacisti, e l'effettuazione del vaccino tutto l'anno, non solo in autunno in concomitanza all'antinfluenzale. Centrale è infine investire sull'informazione: "la totale assenza di una comunicazione strategica verso i cittadini è uno dei principali problemi legati alla scarsa vaccinazione anti-pneumococcica", conclude Roberta Siliquini, presidente Società Italiana di Igiene.
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