"In quest'ultimo periodo la mia vita è cambiata molto, sono passato dall'essere un ragazzo spensierato, che aveva come unico obiettivo quello di essere felice, a lottare per poter vivere". Ed è in ospedale che "ho imparato che la vita è un diritto". Matteo ha 14 anni, è di Maccarese, vicino Roma, ed è uno dei 12 ragazzi che hanno sostenuto in questi giorni gli esami di terza media al Bambino Gesù. Esami ed emozione uguali a quelli di tutti i coetanei, ma in un contesto come quello di un ospedale pediatrico, dove i ragazzi affrontano percorsi complessi che li obbligano a soggiorni prolungati in reparto.
L'esperienza della scuola in Ospedale è nata nella sede del Gianicolo del Bambino Gesù quasi 50 anni fa, nell'anno scolastico 1975/76 e nell'anno scolastico che si conclude sono stati oltre 4mila i ragazzi che ne hanno usufruito. La possibilità di continuare il percorso scolastico anche quando si è ricoverati è parte integrante della cura per giovani pazienti costretti a rinunciare a tanti aspetti della propria età.
Nella scuola in ospedale i docenti svolgono la loro attività al letto dei ragazzi oppure, per piccoli gruppi, in spazi comuni dedicati nei reparti. In accordo con la scuola di appartenenza dei pazienti, vengono individuati percorsi personalizzati e si provvede alle normali procedure di valutazione, scrutini ed esami, come quelli di terza media svolti in questi giorni.
"Mi sono ritrovato a combattere con una malattia molto più grande di me - scrive Matteo, nella sua tesina incentrata sui diritti umani - e come me c'erano tantissimi altri ragazzi.
Abbiamo visto i nostri corpi cambiare forma, rinunciando a sport, amici e passioni. Quando entri in ospedale scopri tante cose che solo chi le vive può capire ed è qui che ho imparato che vivere è un diritto di tutti. Me lo hanno insegnato tutte le persone meravigliose che combattono a fianco a noi, medici, infermieri e professori. Nonostante il periodo difficile - conclude - mi hanno insegnato che nonostante tutto la vita è meravigliosa".