"Abbiamo chiesto al Papa di trascorrere parte della convalescenza in ospedale": è una "scelta dettata dalla prudenza" e per facilitare la ripresa, ma "tutto procede bene". Lo ha detto oggi, nel punto stampa al Policlinico Gemelli di Roma, il chirurgo Sergio Alfieri. "Abbiano dato dal Papa un suggerimento medico e lui ha deciso", ha sottolineato aggiungendo che "per il Papa i parametri sono regolari ma sono necessari sforzi minimi e di conseguenza gli è stato chiesto di soprassedere alla celebrazione dell'Angelus domani".
Di solito, ha proseguito Alfieri, per un intervento come quello subito dal Papa "il ricovero è di 4-5 giorni", ma la prudenza è necessaria per garantire una piena ripresa, considerando la vita intensa e i numerosi impegni di Papa Francesco. "L'intervento che ha appena subito è stato più complesso dei precedenti, per questo gli chiediamo una convalescenza più attenta", ha precisato riferendosi alle operazioni chirurgiche che il Papa ha affrontato in passato: quelle in Argentina nel 1957 e nel 1980 e le due in Italia, al Gemelli, nel 2021 per la per la rimozione di un tratto di intestino con diverticoli e l'ultima, di mercoledì scorso, per risolvere un laparocele addominale. "Le aderenze che ho trovato in questo intervento sono le stesse che ho trovato nell'intervento di due anni fa e già c'era il laparocele", ha osservato Alfieri. "La terapia antidolorifica è blanda", basata sulla semplice tachipirina, ha aggiunto, ma la prudenza è necessaria perchè "la parete addominale deve essere a riposo". Anche alzarsi dalla poltrona e sedersi comporta infatti uno sforzo ed è importante evitare che la rete applicata per risolvere l'ernia non si strappi: se questo dovesse accadere sarebbe necessario un nuovo intervento chirurgico.