Il 2020 ha visto un aumento della mortalità per diverse malattie, tra cui le polmoniti, ma a colpire è soprattutto la "forte crescita" del 12% dell'aumento di mortalità per diabete, con picchi del 19% nel Nord ovest, che "interrompe bruscamente la diminuzione osservata nel quinquennio precedente". Il dato emerge dall'analisi dei dati definitivi sulle cause dei decessi avvenuti in Italia nell'intero anno 2020 presentata oggi dall'Istat.
Nel 2020 sono 227.350 i morti per malattie circolatorie, 177.858 quelli per tumori e 57.113 quelli per malattie respiratorie. L'incremento del tasso di mortalità osservato rispetto al 2015-19 per le demenze (+6%) e per polmoniti (+13%) è "in linea con l'andamento di crescita osservato negli anni precedenti". Per il diabete (+12%) e malattie circolatorie (+8%), il 2020 ha rappresentato invece "un anno di picco della mortalità".
"L'emergenza Covid ha ostacolato l'accesso dei pazienti alle terapie più innovative per il diabete e impedito le normali visite di controllo, facendo esplodere tutte le complicanze legate alla malattia. I dati che certificano un aumento della mortalità del 12% per diabete nel 2020 rispecchiano il crollo di pazienti che abbiamo visto arrivare nei Centri di diabetologia, che hanno visto picchi del 40%", commenta il presidente della Società Italiana di Diabetologia, Angelo Avogaro.
Da quasi 10 anni, dice all'ANSA, "si era riscontrata in Italia una riduzione della mortalità per diabete, grazie a terapie innovative, prescritte principalmente nei centri specializzati, che hanno modificato la storia naturale delle complicanze della malattia". Terapie che, tra lockdown, distanziamento e paura di accedere alle strutture sanitarie sono state molto meno prescritte nel 2020. "I pazienti con diabete - precisa Avogaro, professore di Malattie del Metabolismo all'Università di Padova - sono spesso anziani e non inclini all'uso della telemedicina. Per loro si è ridotta con la pandemia la capacità di interagire col diabetologo. Solo a Padova abbiamo avuto una flessione fino al 40% dell'accesso ai Centri Antidiabete".
A questo si aggiunge il fatto "che abbiamo avuto un generalizzato aumento degli scompensi dei livelli di glicemia, ovvero gli zuccheri presenti nel sangue, a causa della mancanza forzata di movimento. Questo - precisa il presidente Sid - ha contribuito a peggiorare le complicanze legate al diabete, come infarti, ictus, scompenso cardiaco ma anche insufficienza renale, retinopatie e ulcere ai piedi". Il diabete è una condizione di cui soffrono 4,5 milioni di italiani e un altro milione ancora non sa di averlo. La malattia pesa sulle casse dello Stato per 10 miliardi annui solo per i costi sanitari. Numeri, conclude Avogaro, "che fanno riflettere sulla necessità di rafforzare la presenza di specialisti nei Servizi di Diabetologia e presso le Case di Comunità previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza".
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