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Hiv, in Usa calano le infezioni, -12% in 4 anni

Negli Stati Uniti calano le infezione da Hiv: i nuovi casi annui sono scesi del 12% tra il 2017 e il 2021, passando da 36.500 infezioni a circa 32.100. È uno dei dati dell'ultimo rapporto dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) che mostra un trend che fa ben sperare per il futuro: la riduzione

"Gli sforzi di prevenzione dell'Hiv del nostro Paese continuano a muoversi nella giusta direzione", ha affermato la direttrice dei Cdc Rochelle P. Walensky, "Tuttavia, fattori di lunga data, come le disuguaglianze sistemiche, l'emarginazione sociale ed economica e la segregazione residenziale, si frappongono tra un trattamento e una prevenzione altamente efficaci dell'Hiv e le persone che potrebbero trarne beneficio".

Il rapporto mostra che il calo dei nuovi casi è strettamente correlato all'aumento dell'attività di diagnosi, dell'accesso al trattamento e del ricorso alla profilassi pre-esposizione (PrEP), che ha registrato un balzo in avanti in soli 4 anni. Nel 2021 la utilizzava il 30% dell'1,2 milioni di persone che ne poteva beneficiare rispetto al 13% del 2017.

Particolarmente importante, per i Cdc, il calo delle nuove infezioni tra i più giovani (13-24 anni): in questa fascia di età, i nuovi casi sono passati dai 9.300 del 2017 ai 6.100 del 2021. Il calo è stato forte soprattutto nei giovani che si dichiarano gay o bisessuali, fetta della popolazione in cui si sono registrate circa l'80% delle nuove infezioni.

Preoccupa, però, la persistenza di forti differenze tra gruppi etnici: neri e ispanici rappresentano i gruppi in cui si concentra il maggior numero di infezioni (oltre il 70%); sono inoltre quelle in cui la riduzione dei nuovi casi procede più a rilento. 
   

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