Sperimentato con successo nella cura di ferite da innesto cutaneo, l'estratto del grano rende le cicatrici "quasi invisibili", elastiche e meno dolorose, riducendo i tempi di attesa per l'esposizione solare. A dimostrarlo uno studio italiano in corso di pubblicazione su The Plastic, Reconstructive & Regenerative Surgery (PRRS) Journal e presentato in occasione del confronto dei massimi esperti a Milano.
I risultati dimostrano che l'estratto del grano, in combinazione con poliesanide, un potente antisettico, è in grado di mobilitare fin da subito, già nella fase dell'infiammazione, i fibroblasti, cellule deputate alla rigenerazione e centro vitale della pelle, poiché da esse dipendono molte caratteristiche soprattutto per l'aspetto estetico, lasciando cicatrici minime, elastiche, poco dolorose e riducendo il rischio di infezioni e i tempi di attesa per l'esposizione solare.
"Il trattamento è in grado di creare un film sulla ferita utile ad evitare la perdita di liquidi e, al contempo ad attirare, proprio come una calamita, fin da subito, cioè già nella fase di infiammazione, le cellule fibroblastiche responsabili del processo di cicatrizzazione" spiega Giovanni Papa, presidente dell'Associazione Italiana Ulcere Cutanee (AIUC), direttore del Dipartimento di Chirurgia plastica dell'Ospedale di Cattinara e primo autore dello studio.
"Si stima che nel nostro paese siano oltre 2 milioni gli italiani che subiscono lesioni cutanee croniche, come ulcere vascolari, piaghe da decubito, lesioni da piede diabetico, a cui si aggiungono anche le lesioni cutanee derivate da traumi, ustioni o come effetti secondari di interventi chirurgici - spiega Papa - Secondo recenti stime nei prossimi 5 anni il numero delle lesioni aumenterà al ritmo dell'8% all'anno a seguito dell'invecchiamento della popolazione, con costi che incidono sulla sanità pubblica per quasi 1 miliardo di euro annui".