(ANSA) - ROMA, 18 APR - La "stretta" decisa dal governo sul ricorso ai pediatri a gettone è giusta e condivisibile, ma occorre trovare una "strategia di uscita" per garantire la sopravvivenza di molti reparti di Pediatria. L'appello arriva dalla Società Italiana di Pediatria (Sip), che sottolinea come l'aumento progressivo dell'età media dei pediatri e del numero di pensionamenti, sia nel territorio che in ospedale, e il numero crescente di pediatri che scelgono di lasciare l'ospedale per dedicarsi al territorio o all'attività privata, stiano mettendo a rischio il funzionamento stesso di molte strutture ospedaliere di Pediatria e di Punti Nascita. Proprio per questa ragione numerose realtà, per tamponare l'emergenza personale, sinora hanno fatto ricorso ai medici gettonisti, con poco controllo su professionalità e competenza degli operatori ed a discapito della sicurezza delle cure.
La Sip fa una serie di proposte per superare la 'paralisi' delle terapie: "la razionalizzazione delle piccole Strutture Ospedaliere di Pediatria, sottolinea, può rappresentare un primo intervento, ma non è in grado, da sola, di dare una risposta efficace e duratura. Altro provvedimento utile per tamponare la criticità della situazione può essere rappresentato dal ricorso all'attività aggiuntiva da parte di specialisti dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, superando il limite dell'appartenenza alla stessa Azienda e favorendo una disponibilità su base regionale. Quello che però è più necessario in una strategia di cambiamento di più ampio respiro - rileva la Sip - è la modifica della modalità di accesso al mondo del lavoro dei giovani pediatri e degli specializzandi dell'ultimo biennio del percorso formativo, strutturando un rapporto di lavoro che preveda lo svolgimento dell'attività assistenziale da parte di ciascun professionista sia in ospedale che sul territorio, superando il rapporto di esclusività. Questa modalità, da considerare obbligatoria per tutti i nuovi Pediatri assunti dal SSN, potrebbe essere estesa, su base opzionale, anche a coloro che già prestano servizio, sia come pediatri ospedalieri che come pediatri di libera scelta. Un modello organizzativo di questo tipo potrebbe ridurre il fenomeno della "fuga" dagli ospedali e, al tempo stesso, consentire una migliore copertura territoriale anche nelle aree geografiche più svantaggiate". (ANSA).
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