(ANSA) - ROMA, 14 APR - Il 45% degli adulti europei afferma di non praticare sport e una persona su tre ha livelli insufficienti di attività fisica. Mentre fare attività fisica per 150 minuti a settimana eviterebbe in Europa 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari; un milioni di casi di diabete di tipo 2; oltre 400.000 casi di tumori. Sono questi i numeri che hanno portato al protocollo d'intesa per la promozione di stili di vita sani, siglato al Foro Italico tra Coni, Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e la Federazione Società Scientifica di Diabetologia (costituita da Società Italiana di Diabetologia, Sid, e Associazione Medici Diabetologici, Amd).
Cooperare a progetti specifici per promuovere l'attività sportiva, fisica e motoria come strumento di prevenzione; sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto a malattie come diabete e obesità; favorire la pratica sportiva di persone con diabete e con obesità: sono alcuni degli obiettivi previsti.
"Circa 23 milioni di concittadini - dichiara il presidente della Sid, Angelo Avogaro - sono in sovrappeso e il 12% è obeso. Oggi diabete, malattie cardiovascolari, obesità e tumori sono legate all'ambiente urbano, in cui l'esercizio fisico è più sporadico mentre prevalgono spostamenti in auto o con i mezzi pubblici".
"L'adozione di sani comportamenti alimentari e il contrasto della sedentarietà -aggiunge Graziano Di Cianni, presidente dell'Amd - rappresenta un pilastro imprescindibile per la riduzione dell'incidenza delle malattie croniche non trasmissibili. In quest'ottica, preoccupa il dato sull'aumento dell'obesità infantile che colpisce il 10% dei bimbi di questi, oltre 150mila sono obesi gravi". "Il nostro impegno comune dovrà mettere in campo azioni e attività a tal punto efficaci da essere in grado di invertire la tendenza dei dati, purtroppo ancora negativi", dichiara Roberto Pella, presidente dell'Intergruppo Parlamentare "Obesità e Diabete". Particolare attenzione nel protocollo, viene data alla lotta allo stigma nei confronti delle persone con diabete, ai quali è precluso ancora oggi l'accesso ai gruppi sportivi militari. (ANSA).
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