(ANSA) - ROMA, 06 APR - Intercettare la malattia gengivale agli inizi è un dovere del dentista, che si basa anche su principi etici. Così come scegliere tra varie possibili terapie, a parità di efficacia, il trattamento più appropriato e meno invasivo. Sono alcuni dei principi declinati dal Manifesto per l'Etica in parodontologia, elaborato dalla Società italiana di parodontologia e implantologia (SidP). Sempre più spesso, infatti, i cittadini restano disorientati dalla miriade di proposte pubblicitarie che, soprattutto sui social e online, propongono cure per denti e gengive a prezzi stracciati, puntando più al business che all'informazione basata su prove di efficacia e sull'evidenza scientifica.
Nel settore odontoiatrico, spiega il presidente della Sidp Nicola Marco Sforza, "la pubblicità e la competizione portano spesso al disorientamento dei pazienti tra proposte ammiccanti di strutture che puntano sulla compravendita di prestazioni, invece che sullo sviluppo di un piano di trattamento e sulla prevenzione. Per questo, abbiamo voluto ricordare ai nostri associati, raccogliendogli in un Manifesto, i comportamenti etici, basati sull'evidenza scientifica e l'esperienza clinica, che il parodontologo dovrebbe seguire nella sua attività clinica".
Le sue scelte, precisa, devono innanzitutto basarsi su prove di efficacia e andare incontro alle esigenze del paziente, ovvero, "non assecondarlo in modo aprioristico ma lavorare cercando di capire le sue necessità e prevedendo il piano di cura a lui più appropriato: ad esempio non tutti hanno la stessa necessità funzionale ed estetica di reimpiantare un dente posteriore mancante". Questo significa anche "scegliere l'approccio meno invasivo per il paziente, rispettare l'estetica, fare una valutazione di costi benefici anche in termini economici preferendo, tra varie opzioni cliniche, quelle con minor esborso".
Altro dovere etico, scritto nero su bianco, è la necessità di diagnosi precoce delle malattie parodontali, fattore chiave per la salvaguardia della salute della bocca e di tutto l'organismo. "Il 50% della popolazione dai 30 anni in su -precisa il presidente SIdP - ha una qualche forma di parodontite, il 15% ha una forma grave con rischio concreto di perdita di uno o più denti, ma solo il 13% di italiani adulti intervistati per un'indagine KeyStone afferma di aver ricevuto una diagnosi di parodontite. Ciò vuol dire che a tutt'oggi la diagnosi precoce da parte di tutti i dentisti e su tutti i pazienti, obiettivo primario per avviare una terapia altrettanto precoce, semplice e poco costosa, rimane un obiettivo spesso non raggiunto.
Tra i punti del Manifesto c'è la comunicazione efficace sull'importanza della prevenzione. "La gengivite - precisa Sforza - è una malattia che si può manifestare in soli 3 giorni di mancata igiene domiciliare, anche se è possibile guarire completamente e senza danni in una settimana dopo la ripresa di un'adeguata igiene orale domiciliare da parte del paziente. Al contrario, se trascurata o mal curata, tende a stabilizzarsi e può trasformarsi in parodontite. Non tutte le gengiviti diventano parodontiti ma tutte le parodontiti sono nate da una gengivite. E' fondamentale per il dentista e l'igienista - conclude Sforza - prendersi il giusto tempo per spiegarlo in modo adeguato al paziente e ottenere piena collaborazione ".
(ANSA).