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Storia di una mamma e una figlia "speciali"

 Squadra che vince non si cambia! Una squadra fatta di persone ciascuna con la propria storia che insieme guardano alle storie di altri. Oracle, multinazionale leader nella tecnologia e nel cloud, che in Italia conta circa mille dipendenti, ha costituito cinque Community interne.
    Ciascuna rivolta a un tema: la disabilità, la parità di genere, l'affermazione della donna sul lavoro, l'ambiente, il volontariato. Ciascun dipendente che lo desidera regala alcune ore del proprio tempo a questi temi. È così che nasce il contest sui calzini spaiati, o gli eventi con persone che nel corso della loro vita hanno vissuto esperienze particolari e difficoltà. Nessun eroe ma realtà riportate all'interno dell'azienda per consentire a ciascuno di conoscere o di riconoscersi.
    E sono proprio storie come quella di Anna che innescano un motore che spinge a cercarne altre, a condividere e a camminare insieme. "Mi sono sposata giovanissima, mio marito era un imprenditore, che desiderava avere un figlio maschio, l'erede.
    Nasce una bambina, bella, intelligente e vivace. Poi qualche malessere, finché un giorno ha una convulsione, la porto di corsa in ospedale. La sentenza: una mancanza di ossigeno ha provocato gravi danni cerebrali alla bimba e forse Eleonora non avrebbe avuto più di cinque anni di vita. Da quel momento tutto è cambiato, ho dovuto lottare giorno per giorno: prima la separazione, poi l'aspettativa dal lavoro, le strutture pubbliche inadeguate e la burocrazia, mi sono ritrovata praticamente a vivere negli ospedali, sia per le cure e l'assistenza di cui mia figlia aveva bisogno sia nella speranza di avere almeno una diagnosi e quindi di provare a curarla.
    Eleonora intanto non parlava, non camminava, era semiparalizzata, eppure per me era un piccolo gioiello, solare e sorridente quando non aveva le crisi, intelligente e forte. Dopo anni di studi e prove, e tutto senza il padre né la famiglia, ho iniziato a gestire le crisi di mia figlia e mi è sembrato di rinascere e finalmente ho avuto un po' di tempo anche per me: ho incontrato un uomo fantastico, un collega. Con lui ho compreso cosa significa essere veramente felici, quella sensazione meravigliosa che prima di lui trovavo solo nel sorriso di mia figlia. Poi una mattina è uscito a correre come ogni tanto faceva e...non è più rientrato: un infarto, fulminante. Tutti i nostri progetti e la nostra vita insieme spazzati via in un secondo. E dove trovare l'energia e la forza per rialzarsi anche da questo? Per non impazzire? Ci ho provato, con tutte le mie forze. Poi l'acquisizione della mia azienda da parte di Oracle Italia. Nella nuova realtà e nel ruolo di commerciale, temendo il giudizio dei miei nuovi capi e dei colleghi, ho omesso ogni cosa. Ma il mio malessere e la ricerca di una soluzione anche per mia figlia mi hanno indotta a decidere che non sarei più tornata in ufficio, ed è stato lì che ho deciso di raccontare tutto a Maria Teresa Sica, allora responsabile risorse umane. Ed è stato proprio in quel momento che invece tutto si è dipanato: mi sono sentita compresa, come persona, come donna e soprattutto come madre di una ragazza - disabile forse, ma speciale, come ognuno di noi. Tre anni dopo sono rientrata in Oracle, e ho trovato un ambiente sensibile ad argomenti difficili ed è così che insieme alla nuova responsabile risorse umane Laura Liguori abbiamo cominciato a sentire l'esigenza di creare qualcosa, che si è concretizzato oltre due anni fa con la formazione di alcune Community all'interno dell'azienda. È nata ODAN: Oracle Diversity Ability Network. Diversità in tutte le possibili forme, soprattutto disabilità. Condivido questa esperienza come leader della Community con altri due colleghi, Angelo Rosiello e Patrizia Passerini, sostenuti dalla forte spinta del nostro Country Leader Alessandro Ippolito. L'obiettivo è formare una rete a livello nazionale, alla quale può partecipare chiunque.
    Abbiamo pensato di collaborare con le altre Community per essere ancora più forti, e con il supporto di due vice presidenti, Giovanni Ravasio e Davide De Angelis, organizziamo un evento a trimestre; tante le idee in corso e future: stiamo lavorando per diventare un'Azienda "dislexia-friendly" tramite l'Associazione Italiana Dislessia. Inoltre, raccogliamo fondi per iniziative di impatto sociale e qualsiasi somma donata in beneficenza dai singoli dipendenti viene raddoppiata da Oracle; vogliamo insomma diventare un punto di riferimento sulla disabilità, partecipiamo a maratone inclusive e stiamo pensando a un corso di linguaggio inclusivo. Il primo obiettivo? Far comprendere a ciascuno e ciascuna di noi che la nostra forza interiore è grande, che siamo e possiamo fare molto di più di quello che credevamo possibile. E la mia Eleonora, dopo oltre 30 anni, è al nostro fianco e condivide i nostri progetti. 

   Anna Minutella, mamma di Eleonora 

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