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Da tumori a malattie rare, 60 terapie avanzate entro il 2030

Da quelle per i tumori del sangue a quelle per le malattie rare: sono 18 le terapie avanzate in uso in Europa e 10 sono rimborsabili in Italia, ma entro il 2030 potrebbero essere lanciate fino a 60 nuove terapie cellulari e geniche, che potrebbero trattare circa 350.000 pazienti. Numeri che rischiano di trasformare questa innovazione terapeutica in una sfida per la sostenibilità dei sistemi sanitari. A fare il punto, l'evento "Unlocking Innovation: Come preparare il sistema salute alla sfida delle Terapie Avanzate", organizzato al Centro Studi Americani a Roma.

Queste terapie cambiano la vita dei pazienti perché possono curare malattie gravi e impattanti, riducendo in prospettiva, negli anni, i costi per il sistema sanitario. "Per ora il finanziamento non è un problema perché ne beneficiano poche persone - ha detto Amerigo Cicchetti, direttore Altems (Alta scuola di economia e management dei Sistemi sanitari) dell'Università Cattolica - ma lo diventerà con l'aumento dei potenziali beneficiari. Si tratta di una sfida valutativa, di una sfida nei meccanismi di definizione della rimborsabililtà e di una sfida sulla sostenibilità del prezzo. Una soluzione potrebbe essere spalmare il finanziamento su tempi lunghi, man mano che si generano i benefici".

"E' compito della politica - per Beatrice Lorenzin (Pd), membro Commissione Bilancio del Senato ed ex ministro della Salute - renderle accessibili, come abbiamo fatto creando il fondo per i farmaci innovativi per l'epatite C e poi per gli oncologici innovativi". Altro nodo è lo sviluppo di queste terapie. "C'è oggi - ha detto Ylenia Zambito (Pd), membro Commissione Bilancio della Camera - uno scollamento tra soggetti pubblici e privati che fanno ricerca, si dovrebbe costituire un vero sistema sulle terapie avanzate". Per arrivare a un accesso sostenibile è nato il gruppo di lavoro #VITA (Valore e Innovazione delle Terapie Avanzate) composto da clinici, pazienti, economisti. "È fondamentale che l'accesso a queste opportunità sia tempestivo - ha dichiarato Federico Viganò, country manager Italia di Vertex - speriamo questo sia l'inizio di un percorso che porti imprese e istituzioni a dialogare per trovare delle soluzioni".

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