Quasi 8 persone su 10 sono convinte che malattie come lautismo, la sclerosi multipla e il diabete possano essere provocate dai vaccini, mentre il 72% crede che molte vaccinazioni vengano somministrate troppo spesso: a rivelarlo è una ricerca condotta per Lilt da parte di Serena Barello, ricercatrice al dipartimento di Psicologia e membro del comitato direttivo di Engageminds Hub delluniversità Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Cremona, sullefficacia del coinvolgimento degli insegnanti, nellambito del progetto 50 sfumature di prevenzione promosso da Lilt in occasione della giornata contro lHPV del 4 marzo. Emerge che il 31% delle insegnanti di sesso femminile interpellate ha dichiarato di non essersi sottoposta a un pap-test negli ultimi tre anni; il 61% di non essersi mai sottoposta a uno screening per lHPV; il 94% di non essersi mai sottoposta alla vaccinazione contro lHPV e solo una su tre si è detta disposta ad effettuarla in futuro.
Bisogna lavorare sulla propensione ai vaccini e colmare il divario tra attitudini e comportamenti effettivi sottolinea Serena Barello. La ricerca evidenzia il bisogno dei cittadini di poter fruire di occasioni di formazione scientificamente fondate su queste tematiche. Dopo il corso che ha coinvolto 260 specialisti, tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari, anche in formazione, operatori Lilt e referenti per la salute nelle scuole, tra ottobre e dicembre 2022, le conoscenze scientifiche legate al tema dellHPV hanno avuto un incremento di oltre il 27%. Anche per quanto riguarda la comunicazione di informazioni sui temi legati ai vaccini, i partecipanti che si sentono preparati sono passati dal 13,6% al 49.3%. Non solo cattive notizie ma anche good news - nota la ricercatrice - i ragazzi sono risultati il target più sensibile e prensile, così come gli insegnanti hanno dimostrato quanto la formazione possa essere efficace; dallaltra parte bisogna ricordare che il target più difficile e che ha più necessità di sostegno sono probabilmente i genitori, che sono i responsabili del vaccino dei propri figli. E già si pensa alla terza edizione del progetto Lilt: si concentrerà proprio sul ruolo della famiglia nellattivazione di buone pratiche di salute per i più giovani.