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Via libera al vaccino Omicron 4 e 5 ai bimbi di 5-11 anni

Arriva il primo vaccino contro Omicron per i bambini dai 5 agli 11 anni compresi, già autorizzato per i più grandi. Il Ministero della Salute ha pubblicato la circolare che recepisce il parere della Cts dell'Agenzia del farmaco con il libera al vaccino Cominarty di Pfizer contro le varianti Omicron Ba.4 e Ba.5, raccomandato per i bimbi più fragili ma su richiesta dei genitori potrà essere somministrato a tutti i bambini compresi nella fascia di età. La Commissione Tecnico Scientifica di AIFA, nella seduta del 5 dicembre 2022, accogliendo il parere espresso dall'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) aveva già autorizzato la formulazione. Lo scorso 16 dicembre l'agenzia Europa aveva dato l'autorizzazione anche a quello di Moderna per la stessa fascia d'eta. E mentre gli esperti, come Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, invocano la ripresa a pieno ritmo delle vaccinazioni, arriva dagli ultimi dati dell'Istituto Superiore di Sanita' la conferma che i vaccini proteggono in modo sostanziale dalla mortalita' e dalle complicanze piu' gravi. Nella popolazione di età 60-79 anni per i non vaccinati contro il Covid il tasso di mortalità risulta tre volte più alto rispetto ai vaccinati con booster e quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose da meno di 120 giorni.

Negli over 80 la mortalità (dati dal 18/11/2022 al 18/12/2022) risulta quasi 6 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e fino a 10 volte rispetto ai vaccinati con seconda dose booster da meno di 120 giorni.

Gli occhi restano puntati sulle nuove varianti, in particolare negli Usa e in Asia. I centri per il controllo delle malattie Usa confermano una continua crescita della diffusione della sotto-variante XBB.1.5 (cosiddetta Kraken) che ha quasi raggiunto la sotto-variante Cerberus che, nelle sue due forme BQ.1 e BQ.1.1 è al 44,7%. E dall'altra parte del pianeta le autorità sanitarie cinesi hanno riferito oggi che quasi 60.000 decessi sono da considerare correlati all'ondata di Covid-19 che sta flagellando il Paese dallo scorso mese, la più grave dalla crisi di Wuhan di gennaio 2020. Si tratta del primo grande bilancio delle vittime rilasciato dal governo di Pechino dall'allentamento delle restrizioni della politica della 'tolleranza zero' decisa all'inizio di dicembre. Nel dettaglio, i morti sono 59.938 tra l'8 dicembre 2022 e il 12 gennaio 2023, ha affermato in conferenza stampa Jiao Yahui, capo dell'Ufficio dell'amministrazione medica della Commissione sanitaria nazionale: 5.503 decessi sono dovuti a insufficienza respiratoria innescata dall'infezione, mentre altri 54.435 sono i casi di decessi legati al Covid, ma su persone con patologie croniche come cancro o malattie cardiovascolari. Il conteggio ufficiale deciso dalla Cina, tuttavia, include solo le morti che sono conseguenza diretta del coronavirus, senza la presenza di patologie di altro tipo, secondo la definizione restrittiva annunciata nelle scorse settimane dalle autorità locali, alla base delle critiche dell'Organizzazione mondiale della sanità.

L'età media di coloro che sono deceduti era di 80,3 anni e il 90% aveva un'età pari o superiore a 65 anni, secondo i media cinesi. Pechino è finita nel mirino della comunità internazionale per la mancanza di trasparenza sull'ultimo focolaio che ha portato a segnalazioni di ospedali e pompe funebri in tutto il Paese affollati e ai limiti della operatività. Molti Paesi, inoltre, hanno imposto restrizioni ai viaggiatori provenienti dalla Cina chiedendo a Pechino di condividere più dati con il resto del mondo. Tuttavia, il ministero degli Esteri cinese ha affermato che anche gli Stati Uniti - lodati dall'Oms per le informazioni fornite finora - dovrebbero subire pressioni affinché condividano in modo tempestivo i propri dati sulla diffusione della sotto variante Omicron XBB.1.5, ritenuta altamente contagiosa. (ANSA).
   

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