Lo streptococco, che comunemente causa mal di gola e scarlattina ma che può dare una grave malattia autoimmune chiamata febbre reumatica ed altre complicanze anche fatali (ad esempio è una delle principali cause di morte dopo il parto), è un batterio che uccide nel mondo almeno mezzo milione di persone l'anno, numero che però molto probabilmente è una sottostima: al momento non esiste un vaccino, anche se l'Organizzazione Mondiale della Sanità ne ha dichiarato il bisogno ormai alcuni anni fa, ma ci sono almeno due candidati vaccini nelle primissime fasi di sperimentazione.
Uno, sviluppato da James Dale della University of Tennessee Health Science Center, si basa su una trentina di antigeni (30 varianti della proteina M, che riveste il batterio difendendolo dal sistema immunitario) e ai primi studi su animali ha dato buoni risultati di protezione contro le 30 varianti del batterio e anche contro varianti con una proteina M diversa da quelle presenti nel vaccino.
L'altro candidato vaccino è stato sviluppato da Michael Good della Griffith University in Australia e sfrutta invece la parte della proteina M "conservata", cioè la porzione proteica presente in tutti i diversi ceppi di streptococco A. Questo vaccino entrerà presto in un piccolo trial clinico pilota su 20 persone in Canada per verificarne la sicurezza. Tuttavia, ha spiegato Dale sul magazine britannico New Scientist, con i produttori di vaccini riluttanti a finanziare le sperimentazioni (lo streptococco è curabile con la penicillina e quindi un vaccino è generalmente considerato poco redditizio), non è chiaro come un eventuale successo in queste piccole sperimentazioni iniziali possa portare al finanziamento di quelle molto più grandi e costose, necessarie per stabilire l'efficacia e ottenere infine l'approvazione del vaccino.