(ANSA) - ROMA, 17 DIC - A poche ore dalla finale, a voler cercare un risvolto positivo dell'assenza dell'Italia dai Mondiali, un vantaggio c'è: il cuore non rischia di fibrillare troppo come durante gli Europei del 2021, che determinarono un aumento dei casi della sindrome Takotsubo, o 'sindrome del cuore spezzato' (cardiomiopatia da stress), in gran parte simile all'infarto, ma in assenza di coronaropatia ostruttiva. Infatti, se non si è tifosi sfegatati delle squadre in campo, il cuore è protetto dagli effetti negativi dello stress da match, che può aumentare fino al 30% il rischio di infarto, di ricoveri per una sindrome coronarica acuta e anche la probabilità della sindrome di Takotsubo. Lo dimostra una revisione degli studi pubblicata su Vascular Health and Risk Management in concomitanza con i Mondiali in Qatar. I cardiologi, riuniti a Roma per l'83° Congresso della Società Italiana di Cardiologia (Sic), sottolineano che ritrovarsi con gli amici per le partite senza la pressione del risultato può essere un toccasana per il cuore, perché consente di condividere momenti di socialità.
"Numerosi studi negli ultimi anni - spiega Ciro Indolfi, presidente Sic - hanno dimostrato che quando si assiste ai grandi eventi sportivi, con particolare attenzione alle partite di calcio durante competizioni come la Coppa del Mondo, aumenta il rischio di eventi cardiovascolari fatali e non fatali, durante il match e nelle ore successive". Un lavoro recente su Fronties in Cardiovascular Medicine, ha mostrato un aumento dei casi di sindrome di Takotsubo tra gli italiani durante gli Europei del 2021. "I cardiologi hanno confrontato i tassi di ospedalizzazione nei reparti di cardiologia di 49 ospedali italiani, durante i 20 giorni degli Europei, con quelli relativi a un periodo precedente e ai due giorni successivi alla finale tra Italia e Inghilterra - sottolinea Indolfi - Nei giorni delle gare e nei successivi alla semifinale e alle finale, hanno registrato un aumento dei casi di sindrome di Takotsubo, 18 rispetto ai 13 del periodo precedente, con maggiore prevalenza al Nord (69%) e in maggior parte tra le donne (70%), con età media poco superiore ai 60 anni". Per diminuire il rischio per il cuore, meglio ridurre il fumo, l'eccesso di alcol, la sedentarietà, ma anche dormire a sufficienza. (ANSA).