Nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare l'influenza aumenta di 6 volte la probabilità di infarto. Tuttavia, le persone con malattie cardiache rinunciano spesso alla vaccinazione antinfluenzale per paura di una reazione avversa. I risultati di una ricerca del Brigham and Women's Hospital sull'European Journal of Hearth Failure suggeriscono invece che chi ha piccole reazioni di dolore o fastidio nel sito dell'inoculo nelle prime ore ha il cuore persino più protetto. La probabilità di ricoveri per problemi cardiaci o polmonari e la mortalità si riducono di un ulteriore 20% in chi ha sperimentato reazioni avverse nel punto dell'iniezione. Se ne discute all'83°congresso della Società Italiana di Cardiologia (Sic): anche in considerazione di una stagione influenzale difficile, gli esperti raccomandano agli over 65 e soprattutto a chi è ad alto rischio cardiovascolare di vaccinarsi senza paura quanto prima. "Il vaccino antinfluenzale - spiega Ciro Indolfi, presidente Sic - si associa a una riduzione netta del rischio di malattia e mortalità negli anziani ed è molto protettivo per chi è a elevato rischio cardiovascolare, ad esempio perché soffre di scompenso cardiaco o ha già avuto un infarto; molti esitano a vaccinarsi temendo effetti collaterali ma i dati dimostrano che chi ha piccole reazioni è perfino più protetto". Lo studio ha seguito per 3 stagioni influenzali diverse oltre 5200 persone, vaccinate e non, già ricoverate per scompenso o infarto. Il 38% ha avuto effetti collaterali ma nel 76% dei casi reazioni lievi. Chi ha sperimentato effetti collaterali ha registrato un calo del 20% della probabilità di problemi cardiaci o polmonari e della mortalità nei mesi successivi. "Le reazioni gravi - aggiunge Pasquale Perrone Filardi, presidente eletto Sic - sono pochissime, nello studio ammontano all'1.1% dei vaccini somministrati: è importante che i pazienti con problemi cardiovascolari, specie over 65, si vaccinino al più presto".
L'invito si estende anche al vaccino anti-Covid e alla terza e quarta dose, sicure per cuore e vasi: i dati dell'ultimo congresso dell'American Heart Association, su quasi 7,5 milioni e mezzo di dosi somministrate confermano che i richiami non aumentano il rischio di miocarditi.
Caricamento commenti
Commenta la notizia