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Tumore alla prostata, solo il 6% degli uomini ha fatto lo screening oncologico

Nonostante i casi di incidenza siano 40.000 l'anno e i morti 7.000, gli italiani adulti non fanno prevenzione per il tumore alla prostata. Soltanto il 6% ha eseguito uno screening di tipo oncologico mentre il 40% non ha fatto alcun tipo di controllo e il 57% esclusivamente un controllo generico. Sono i

Nel corso del convegno è stato illustrato il progetto di screening nazionale sulla familiarità del tumore prostatico, promosso dalla Fondazione, Fnomceo e Agenas con il supporto di Netmedica. L'ereditabilità di questa patologia, infatti, è stimata intorno al 58%, ma solo un italiano su tre ne è a conoscenza. Dallo studio, effettuato su un campione di uomini tra i 50 e i 70 anni, è emerso anche che la maggior parte non ritiene importante condurre uno stile di vita sana. Soltanto il 23%, infatti, dice di avere un'alimentazione controllata e di effettuare attività fisica.

 "Il tumore della prostata colpisce ogni anno circa 40.000 uomini e ne uccide 7.000. Il dato più importante è che gli uomini con un padre o un fratello che hanno avuto un tumore alla prostata corrono un rischio doppio di ammalarsi anche loro - ha spiegato Vincenzo Mirone, Presidente di Fondazione PRO Onlus - Il rischio però aumenta con l'aumentare del numero dei parenti malati. Per chi ha avuto un padre e un fratello malati, o due fratelli, le probabilità di ricevere la temuta diagnosi salgono al 55% a 75 anni. Non basta chiamare in causa una generica familiarità per ipotizzare un generico rischio: bisogna tenere in considerazione l'età, la diagnosi e il numero di parenti che hanno avuto un tumore alla prostata". Il progetto - illustrato nel corso del convegno da Paolo Misericordia della Direzione Scientifica Net Medica Italia, Rino Moraglia della Direzione Strategica Net Medica Italia e dal Professor Vincenzo Mirone, Presidente di Fondazione PRO Onlus - ha come scopo la valutazione delle caratteristiche di uno screening familiare del tumore prostatico. Con lo studio che sottolinea come "prevenzione e consapevolezza della familiarità di questo tipo di cancro giochino un ruolo fondamentale per giungere a una diagnosi precoce". (ANSA).
   

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