Le persone che hanno alle spalle una storia di malattia oncologica, specie se si sono sottoposte a chemioterapia, hanno un rischio più alto di fratture ossee, specie nell'area pelvica e delle vertebre. Necessitano perciò di particolare attenzione, soprattutto con l'avanzare dell'età. È quanto emerge da uno studio dell' American Cancer Society pubblicato su Jama Oncology.
Lo studio ha analizzato i dati derivanti da un ampio progetto di ricerca americano, il Cancer Prevention Study, prendendo in considerazione oltre 92 mila partecipanti. Rispetto a chi non aveva avuto una storia di cancro, i pazienti oncologici avevano un rischio più alto di fratture, la cui entità variava in funzione dello stadio della malattia. Chi aveva ricevuto una diagnosi di malattia in fase precoce aveva un rischio più alto del 15%; chi aveva una malattia che si era diffusa alle aree limitrofe aveva un rischio più alto del 51%; nel caso di malattia metastatica il rischio era più che doppio. Il rischio era ancora più alto (2,46 volte) per le fratture pelviche e delle vertebre. Un incremento ulteriore del 30% del rischio si osservava in chi si era sottoposto a chemioterapia.
I ricercatori hanno inoltre osservato un lieve effetto protettivo dell'attività fisica, mentre il fumo rappresentava un elemento in grado di aumentare ulteriormente le probabilità di fratture.
"Questi risultati sono importanti poiché si prevede che il numero di sopravvissuti al cancro che vivono negli Stati Uniti aumenterà a 26,1 milioni entro il 2040", ha detto in una nota la prima firmataria dello studio Erika Rees-Punia. "Ci auguriamo che i nostri risultati influenzino le linee guida cliniche sulla prevenzione delle fratture, che potrebbero includere l'attività fisica o programmi per smettere di fumare per migliorare la qualità di vita dopo una diagnosi di cancro". (ANSA).