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Gilead Sciences "la ricerca migliora la vita, sia più inclusiva"

La ricerca cambia il nostro modo di vedere la realtà, di rapportarci con il mondo, di capire i fenomeni, e migliora la vita quotidiana di milioni di persone. A pensarla così è oltre il 70% dei giovani italiani, come emerge da un’indagine condotta da AstraRicerche e presentata in occasione della cerimonia di premiazione dell’undicesima edizione dei bandi promossi da Gilead Sciences in Italia, Fellowship e Community Award Program. Il dato apre a una riflessione sull’importanza di sostenere e promuovere la ricerca in Italia, considerato che il 79.4% dei giovani italiani è convinto che il ricercatore scientifico deve affrontare un percorso di studio e tirocinio molto lungo, per poi avere una retribuzione bassa (42.9%) e spesso un impiego precario (48.3%).

La figura del ricercatore scientifico è percepita in modo molto positivo: tre intervistati su quattro sono convinti che, in campo medico, il suo lavoro permetta di conoscere meglio alcune malattie e trovare rimedi efficaci (78.4%), che sia un lavoro stimolante, con aggiornamenti continui (74.0%), e che consenta di fare carriera (63.7%). Meno confortante il quadro relativo alla percezione dell’inclusività nella ricerca: oltre un terzo del campione non è informato sulla questione delle differenze di genere e non riconosce la problematica della minor presenza delle donne nel mondo della ricerca, in particolare nelle materie STEM. Rispetto alle differenze generazionali, non supera il 60% la quota di chi è consapevole che in Italia i giovani ricercatori sono meno numerosi che in altri importanti Paesi europei. “È importante rendere inclusiva la ricerca perché l’inclusione credo che sia uno dei temi più attuali della nostra società - ha sottolineato Cristina Le Grazie, direttore medico di Gilead Sciences -. L’inclusione soprattutto delle donne , dei giovani, in quanto attori della ricerca. Ma lo scopo di questa ricerca rivolto, ad esempio alle popolazioni più fragili, è quello di riuscire a rendere possibile l’impossibile e quindi di raggiungere dei traguardi che fino ad ora non è stato possibile superare”.

“L’inclusività nella ricerca - ha aggiunto Stefano Gustincich, Associate Director for Technologies for Life Science (LifeTech), Director - Central RNA Laboratory Istituto Italiano di Tecnologia - IIT - è fattore imprescindibile per potenziare la ricerca stessa, far progredire le conoscenze e migliorare terapie e qualità di vita di chi è colpito dalla malattia”.

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