(ANSA) - ROMA, 05 OTT - "La demenza senile è la settima causa di morte a livello globale, ma la ricerca su questo tema è meno dell'1,5% della produzione totale di ricerca sanitaria". E "purtroppo, siamo in ritardo rispetto all'attuazione del piano d'azione globale sulla risposta alla demenza 2017-25". Lo afferma Soumya Swaminathanl, Chief Scientist dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in occasione della presentazione del "Blueprint per la ricerca sulla demenza", documento che posticipa al 2030 il tempo massimo per trovare una cura per l'Alzheimer.
Secondo il "Global status report on the public health response to dementia" dell'Oms oltre 55 milioni di persone soffrono di demenza nel mondo e l'Alzheimer rappresenta il 60-70% dei casi. Ogni anno vengono segnalati circa 10 milioni di nuovi casi e di questo passo, si prevede che entro il 2030 arriveranno a essere 78 milioni.
Al vertice del G8 del 2013, i paesi avevano promesso di aumentare i finanziamenti per la ricerca e di identificare una terapia in grado di modificare la malattia entro il 2025, ma questa cura ancora non c'è e ha visto molti fallimenti.
Nel 2017, tutti i 194 stati membri dell'Oms hanno adottato il Piano d'azione globale 2017-2025 sulla risposta della salute pubblica alla demenza, ma finora solo il 26% ha messo in campo un piano per affrontare la demenza e solo il 21% degli stati ha avviato una campagna di sensibilizzazione.
Il nuovo "Blueprint per la ricerca sulla demenza" riassume lo stato attuale della ricerca sulla demenza, incitando a condurre studi di intervento clinico e non solo di laboratorio.
Individua le lacune di conoscenza nella ricerca e raccomanda 15 obiettivi con un piano d'azione limitato nel tempo, chiedendo che gli Stati membri formulino una terapia per l'Alzheimer entro il 2030. Una nuova, si spera ultima, deadline. (ANSA).