(ANSA) - ROMA, 29 SET - Un recettore presente nel midollo osseo potrebbe essere alla base del link che unisce le infiammazioni croniche delle gengive a malattie del cuore o reumatologiche. A far luce su legame è un recente articolo pubblicato su Cell, in cui un team internazionale di ricercatori ha descritto, per la prima volta, un possibile meccanismo.
Se è stato ormai dimostrato che la parodontite aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, è vero anche il contrario: condizioni infiammatorie che originano da sedi distanti dal cavo orale, incluse artriti e malattie cardiovascolari, si associano ad un rischio maggiore di sviluppare malattia parodontale.
Diversi meccanismi sono stati indagati ma nessuno aveva spiegato questa bidirezionalità".
L'esperimento, guidato da George Hajishengallis, professore presso la Penn Dental Medicine dell'Università della Pennsylvania, ha provato che la memoria immunitaria innata può causare una malattia infiammatoria che, a sua volta, agendo sui precursori delle cellule immunitarie nel midollo osseo, aumenta la suscettibilità ad una seconda malattia infiammatoria. Nello specifico, usando un modello murino, il team ha dimostrato che i topi destinatari di un trapianto di midollo osseo erano predisposti a sviluppare una forma più grave di artrite indotta, se il topo donatore soffriva di parodontite, come se le cellule progenitrici avessero 'memorizzato' l'infiammazione a cui erano state esposte.
I ricercatori hanno poi dimostrato la presenza di modifiche epigenetiche a carico delle cellule staminali che erano state 'addestrate' dalla parodontite. "Si tratta di alterazioni in grado di condizionare il modo in cui i geni vengono espressi dopo l'esposizione ad uno stimolo infiammatorio, questa volta rivolto verso le articolazioni, determinando una maggiore gravità di artrite rispetto alla forma sviluppata dai topi trapiantati da animali sani", spiega Davide Pietropaoli, ricercatore all'Università dell'Aquila e visiting professor alla Case Western Reserve University di Cleveland, Ohio.
Un ruolo chiave in questo meccanismo è quello del recettore dell'interleuchina 1, presente nel midollo osseo: topi privati di questo recettore, infatti, dimostravano di non aver generato il 'ricordo' del primo evento infiammatorio, quello parodontale.
Aver scoperto una probabile ipotesi del link che unisce diversi tipi di infiammazione apre un filone nuovo in questo campo di ricerca e avere riflessi anche su altri aspetti clinici.
"Il lavoro - prosegue l'esperto della Società italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) - ha implicazioni nell'uomo, in cui il trapianto di midollo osseo rappresenta un'opzione terapeutica in alcune forme di tumore. Suggerisce, ad esempio, l'importanza di approfondire la storia medica del donatore, per evitare di mettere il recevente a rischio di sviluppare nuove malattie. Per noi odontoiatri, invece, - conclude - è importante che questo lavoro, rilevante per un'ampia gamma di condizioni mediche, sia iniziato indagando sulla salute orale". (ANSA).
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