(ANSA) - ROMA, 22 SET - Sviluppato un gel per uso topico che cura le malattie gengivali sopprimendo l'infiammazione e cambiando la composizione dei batteri nella bocca. È la promessa che arriva da uno studio, per ora non su pazienti, guidato da ricercatori del NYU College of Dentistry e pubblicato su Cell Reports.
La ricerca, condotta su topi e cellule umane, pone le basi per un trattamento non invasivo dei disturbi gengivali che le persone potrebbero applicare sulle gengive a casa come un aiuto in più per prevenire o trattare il proprio disturbo. I ricercatori sperano di iniziare le sperimentazioni su pazienti tra circa due anni.
La parodontite è una delle malattie infiammatorie più diffuse e colpisce quasi la metà degli adulti a partire dai 30 anni. È caratterizzata da tre componenti: infiammazione, squilibrio tra batteri sani e non nella bocca e distruzione delle ossa e delle strutture che sostengono i denti. Una gengivite non controllata può portare a gengive dolorose e sanguinanti, difficoltà di masticazione e perdita dei denti. "Nessun trattamento attuale per i disturbi gengivali riduce contemporaneamente l'infiammazione, limita l'alterazione del microbioma orale e previene la perdita ossea. C'è un bisogno urgente di salute pubblica di trattamenti più mirati ed efficaci per questa malattia comune", dichiara Yuqi Guo, della New York University e primo autore dello studio.
Ricerche passate hanno collegato l'aumento di una molecola chiamata 'succinina' alle malattie gengivali, con livelli più alti di succinina associati a un grado più elevato di infiammazione. Nel 2017 Guo e i suoi colleghi del NYU College of Dentistry hanno anche scoperto che livelli elevati di succinato stimolano la perdita ossea. Ecco perché gli esperti si sono concentrati sul succinato per contrastare l'infiammazione e la perdita di tessuto osseo, e potenzialmente per arrestare la malattia gengivale.
I ricercatori hanno iniziato esaminando campioni di placca dentale di esseri umani. Hanno riscontrato livelli di succinato più elevati nelle persone e nei topi con malattie gengivali rispetto a quelli con gengive sane.
Per confermare il ruolo del succinato, gli esperti hanno poi messo 'KO' il gene per il recettore del succinato nei topi e visto che in questi animali ci sono livelli più bassi di infiammazione sia nel tessuto gengivale, sia nel sangue, oltre a una minore perdita ossea nel cavo orale.
I topi con il gene "KO" sono risultati protetti dall'infiammazione, dall'aumento dei batteri non sani e dalla perdita ossea. "I topi privi di recettori per il succinato erano più resistenti alla malattia", dichiara Fangxi Xu dell'Università di New York e co-firmatario dello studio.
"Sebbene sapessimo già che esisteva un legame tra il succinato e le malattie gengivali, ora abbiamo prove più solide che il succinato elevato e il recettore del succinato sono i principali responsabili della malattia".
Così i ricercatori hanno sviluppato una formulazione in gel di un piccolo composto che ha come bersaglio il recettore del succinato. In studi di laboratorio su cellule gengivali umane, il composto ha ridotto l'infiammazione e i processi che portano alla perdita di tessuto osseo. Il gel è stato poi applicato come gel topico alle gengive di topi con malattie gengivali, riducendo l'infiammazione locale e sistemica e la perdita ossea nel giro di pochi giorni. In un test, i ricercatori hanno applicato il gel alle gengive dei topi con problemi gengivali a giorni alterni per quattro settimane, dimezzando la perdita ossea rispetto a quella dei topi non trattati con il gel. Questi ultimi hanno anche subito cambiamenti significativi nella comunità di batteri presenti nella loro bocca. In particolare, il gel elimina i batteri della famiglia dei Bacteroidetes, che comprendono agenti patogeni dominanti nelle malattie gengivali.
"Questo studio è estremamente interessante perché va nella direzione della cosiddetta 'terapia di modulazione dell'ospite' ("host modulation therapy"), ossia un approccio terapeutico che sfrutti diverse strategie per "fortificare" le nostre difese dalle malattie", in particolare dalla malattia parodontale, spiega Filippo Graziani, professore ordinario di malattie Odontostomatologiche all'Università di Pisa e anche membro della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP). Il lavoro, inoltre, apre un cammino di ricerca stimolante che dovrà però essere vagliato nei prossimi anni, continua. È infatti opportuno sottolineare che questa ricerca si basa su esperimenti condotti in fase preclinica, quindi su un modello animale e pertanto la possibilità di traslarne i risultati all'uomo non è né garantita né semplice. "Al momento - ricorda Graziani - le migliori armi che abbiamo contro la parodontite sono la prevenzione e la terapia efficace e precoce con una corretta igiene orale e, soprattutto, controlli periodici dal dentista".
(ANSA).
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