(ANSA) - TORINO, 15 SET - Non ci sarà solo più il robot Da Vinci ad aiutare l'urologo nella chirurgia del tumore prostatico. Per la prima volta in Italia, all'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, è stata sperimentata nei giorni scorsi una nuovissima tecnologia che richiede la presenza del medico nucleare in sala operatoria con l'obiettivo di migliorare ulteriormente la precisione dell'intervento di asportazione della prostata per via robotica assistita.
La medicina nucleare entra in gioco con i radiofarmaci, ovvero molecole radioattive, in grado di identificare precocemente lesioni tumorali, tra cui il Psma (antigene di membrana prostata-specifico) per lo studio del carcinoma della prostata. Ricerche condotte dal team della professoressa Désirée Deandreis (Direttore della Medicina nucleare universitaria), in stretta collaborazione con il team del professor Paolo Gontero (direttore della Urologia universitaria della Città della salute di Torino), presentate in anteprima in occasione dell'Anniversario della Clinica urologica, hanno mostrato di poter, attraverso l'uso di questo radiofarmaco, identificare già in fase intraoperatoria, lesioni metastatiche a carico dei linfonodi o verificare la completa resezione del tumore primitivo. Quindi direttamente in sala operatoria, guidando il chirurgo e rivelando se l'asportazione del tessuto malato è stata completa.
"Conoscere queste informazioni, che richiedono di solito 10 giorni, in tempo reale prima della fine dell'intervento - ha spiegato Gontero - consente quindi di apportare dei correttivi all'intervento chirurgico stesso, finalizzati a migliorare sia i risultati oncologici che preservazione di funzioni quali quella sessuale".
I risultati di queste applicazioni innovative verranno discussi nel corso di un Convegno di aggiornamento sul tumore prostatico previsto domani, 16 settembre, nell'Aula della Dental School e organizzato in occasione dei festeggiamenti per i 50 anni della Clinica urologica. (ANSA).
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